L’operazione prende il nome di Piccola Lirica nel 2001, con la prima opera soggetta all’esperimento, la Traviata. Niente a che fare con l’operetta (per la quale viene usato il termine). Per noi: Piccola nel senso che la durata della rappresentazione non doveva superare i 75 minuti , Lirica in quanto si tratta di un’opera del grande repertorio lirico. Preferibilmente italiano.

L’iniziativa, per me che venivo da manifestazioni in cui l’opera si dava tutta intera fino all’ultimo sospiro,  e per quanto avevo udito di meticoloso, pignolesco e a volte di pedante dai critici musicali ospitati nei vari teatri lirici per le rappresentazioni "regolari", si presentava piuttosto spericolata.

Ancor più folle era la parte che riguardava l’esecuzione musicale: strumenti midi campionati e programmati per funzionare come i delicatissimi e sensibilissimi strumenti musicali di una grande orchestra.

Tant’è, con assoluta incoscienza, abbracciai il progetto di Rossana Siclari e mi misi a sforbiciare, seguendo più il mio orecchio e la mia sensibilità piuttosto che la sacralità dello spartito. Trovando che i libretti banalizzavano le storie, scaturite da opere letterarie e teatrali di ben altra portata, cercai le fonti, la matrice del racconto drammaturgico, le atmosfere e le suggestioni dei racconti.

Per Carmen il mio riferimento divenne Mérimée e lo sfogo accorato di Don Josè in carcere, dopo aver compiuto il suo gesto fatale. Per Traviata mi rifeci a Dumas, per Butterfly ai racconti di viaggio degli inizi del secolo scorso nel mondo delle geishe, il Barbiere di Siviglia si muoveva in uno scenario che racchiudeva tutta la Spagna di Picasso e di Mirò e così via mescolando le arti e le carte.

Le opere una ad uno andarono in scena come completi spettacoli lirici da camera, la cui riduzione di qualche cosa di troppo non compromise il risultato di quanto si voleva ottenere: un genere a sé, di nuova concezione e fattura, con la scoperta di voci giovani e bellissime (come quella delle gemelle Milanesi, e di Amarilli Nizza che poco dopo affrontavano il grande palcoscenico lirico internazionale cantando da protagoniste e fino all’ultima nota) e il divertimento del pubblico.

A qualche piccolissima spettatrice del Teatro Flaiano di Roma, mi toccò il compito di spiegare con parole gentili il mestiere di Violetta e di Cio-Cio-San e dopo cinque anni mi chiedo se la nostra Piccola Lirica le abbia invogliate ad ascoltare quella grande e pomposa che si rappresenta nelle arene e nei teatri lirici. Se così fosse, in barba a chi storce il naso (  lo fanno anche con gli shakespeare tascabili rappresentati magnificamente a Londra), sarebbe la mia più grande soddisfazione. 

Tool_piccola_liricaA Marzo, nella cornice della Roma papalina, tra inviti a Palazzo (Farnese) e scampanii di campane(quelle delle molte chiese romane), arriva Tosca, la più passionale delle donne raccontate da Giacomo Puccini. Per chi ne vuole sapere di più, oltre a questo mio piccolo appunto personale, www.piccolalirica.com e per chi vuole ancora convincersi o chiacchierare http://www.piccolalirica.ilcannocchiale.it