Perdonato!

luglio 30, 2007

Ormai tutti sanno tutto del politico UDC che si è appena dimesso dal partito (ma non dal Parlamento) per le note vicende da dolce vita romana. L’onorevole Mele, pizzicato sul fatto perché la fanciulla con cui si era accompagnato aveva abusato non di lui ma di qualcosa di più stupefacente, contrito e avvilito ha messo insieme (con l’aiutino di Cesa al punto 10), il decalogo delle scuse.

1)       Non conoscevo la ragazza

2)       Non sapevo che fosse una di “quelle”

3)       Non l’ho pagata , ma gli ha fatto un  “regalino”

4)       Non ho visto circolare la droga

5)       Non mi sono accorto che si era “fatta”

6)       Non mi sono accorto che le ragazze erano due

7)       Non so chi fosse la seconda

8)       Io non mi sono mai drogatoKamasutra54

9)       Giuro, era la prima volta che tradivo mia moglie!

10)   I parlamentari sono troppo soli, bisognerebbe che la famiglia potesse accompagnarli quando sono in  trasferta

Insomma, non è che mentre si discute sui costi dei politici e dei loro rimborsi spese questi, adesso, mettono in conto anche gli alberghi, i pasti e i viaggi dei parenti al seguito, in modo da tenersi lontano dalle tentazioni? Signor onorevole non peggiori la situazione! Io non so che cosa farà sua moglie, ma noi la perdoniamo lo stesso!

Sesso = New Economy

luglio 27, 2007

Ecco, ci siamo, siamo alla Sex Economy, anzi alla New Economy del sesso secondo uno studio della Bayer Health Care: farlo non solo è cosa buona per la salute (secondo me soprattutto per l’umore), ma anche per il portafogli. Rispetto alla teoria di un mio amico che sosteneva che tra telefonate, fiori, cena e discoteca, la corte ad una nuova amica gli costava un capitale , senza contare che giunti, tra una cosa e l’altra, alle quattro del mattino non riusciva a combinare nulla per la stanchezza, qualsiasi preconcetto viene annullato o perlomeno ribaltato. Secondo gli studiosi, fare all’amore fa risparmiare e quindi guadagnare tra i 2.500 e i 45.000 euro all’anno . Escludendo il solito mercimonio di epocale memoria, il conto è presto fatto partendo da tutto ciò che – essendo in tutte altre faccende affaccendati – si risparmia sull’energia elettrica (ad esempio niente televisore), sul cinema, sull’aperitivo e sul ristorante. Impegnati in qualche groviglio “kamasutresco”, si risparmiano palestra, massaggi, sauna e abbigliamento (ça va sans dire) . Perfino i preliminari sono utili, perché il bacio, con scambio di non so quali batteri, è un potentissimo anticarie (e con quello che costano i dentisti!). Queste attività possono essere utili anche d’inverno, perché – secondo altri  studi  – a forza di mescolare batteri si producono antigeni che combattono le malattie del freddo mentre sembra che un orgasmo produca lo stesso effetto di due aspirine ( un altro risparmio, dunque). Si può entrare nello specifico dei movimenti, più tonificanti di qualsiasi pilates, della soddisfazione dopo una performance di livello (più efficace di una seduta di psicanalisi) etc. Ma mi fermo qui e chiamo quel mio amico che si faceva i suoi conticini. Che cosa vuoi che siano 300 euro per l’approccio se tanto ti dà tanto?

 

P.S. Leggo
su La Stampa:
Roberto e Michele, due ragazzi di 27 e 28 anni che formano
una coppia di fatto, sono stati fermati ieri notte da una pattuglia di
carabinieri all’uscita della Gay Street di Roma perchè si stavano baciando…
ma
no, è che stavano risparmiando sul dentista!

Kamasutra54_2

Beetles Life

luglio 25, 2007

Ora che ho ripreso a scrivere più frequentemente, mi manca Gianluca Nicoletti, forse al mare, forse in montagna, forse chissà dove. "Il meglio di…" che va in onda ogni mattina alla solita ora non mi appaga. Lui non lo sa, ma tra me (vedi la mia foto, in alto a sinistra?) e il cantore di “Carosello”, c’è una sfida in atto: trovare altri mondi dove ogni tanto andarsi a rifugiare. Questa volta lo precedo, fiuto, annuso e mi tuffo nel mondo dei Beetles, si, scritto così e di scarafaggi si tratta. Ti dirò che nella calura di questi giorni, ho trovato più refrigerio lì che tra le palmette plastificate di Second Life, dove una persona delicata come me non si può muovere senza evitare l’incontro-scontro con il solito Jack che saluta con un “Fuck me” da paura. Ieri ero lì, in Beetles Life, a spiaccicare un esercito di formiche rosse che volevano papparsi un girino perché mi aveva colpito il suo tenero appello che diceva più o meno così: “vivevo felice dentro il mio uovo, ho voluto guardar fuori e mi sono ritrovato in un mondo pieno di nemici, vieni ad aiutarmi…”, mentre questa mattina eccome qui tra una zanzara che spara le sue siringhe e un altro neonato acquatico, dopo aver fatto un salto in Africa per assistere alla fuga di uno scarabeo da un automobilista con il ghigno da pazzo. Beh, li ho capito l’utilità di questi videogame che per ora sono finalizzati alla pubblicità di uno scarabeo a quattroruote. Ma, gli autori, Michael Kriftner e Andrea Bochdansky (austriaci, quarantenni e (non) scienziati pazzi), aspettano suggerimenti, spunti, idee e lanciano un appello: “We are currently working on an edutainment flash-site. The project is currently only planned in german. Here’s a (not interactive) sample.  The project will be free for everybody. Any comments, questions, suggestions etc. are welcome!”. BEETLES, questo è l’indirizzo. Fate voi. Io ho proposto la storia di una pulce che in questi giorni… se la prendo!  Ciao, Puck.

P.S. A proposito, la mia mamma voleva aggiungere qualcosa, le passo la parola (anzi la tastiera):

Grazie Puck, ne approfitto per aggiustare il mio precedente post sulla faccenda del Teatro Brancaccio:  se ci fosse soltanto una persona ancora interessata alla questione, troverà tutti i risvolti su Dagospia . E altri segreti sul paginone di Renato Farina (pag. 31 di Libero oggi in edicola). Da parte mia confermo la parte che riguarda il mio Costanzo-pensiero”.

Due boss litigano per un teatro. Beninteso a distanza. Non è stato gettato nessun guanto di sfida, ma mediaticamente il duello c’è stato. Incalzato e risolto, diciamo così, dai rispettivi uffici stampa e dalle tifoserie. Costanzo contro Proietti o meglio Proietti contro Costanzo nell’ingarbugliata faccenda del Teatro Brancaccio. Un contratto scade, il conduttore lo sa perché l’ha firmato, ma resta in attesa che avvenga il rinnovo (forse le scadenze non sono altro che un pro-forma, forse se invece di Costanzo fosse stato un altro, forse … ). La proprietà (Il Comune? Longobardi?) aveva deciso di cambiar musica. I veri motivi non sono chiari, visto che la conduzione Proietti fa incassare il botteghino, particolare non ritenuto sufficiente per continuare questo rapporto ( ma se dicono che in teatro non c’è una lira…). Insomma, le motivazioni le sanno solo loro. Fattostà che la tifoseria si anima, grida allo scandalo, raccoglie firme e appronta un banchetto davanti al teatro. Chiunque si occupi di spettacolo riceve una mail in cui gli si chiede di firmare pro Gigi. Ma l’altro ad un certo punto che fa? Nonostante l’avvenuto incarico e un programma già bello e pronto annuncia il suo ritiro. Fine del primo tempo. Beh, in qualche modo andrà a finire. Quello che ci tenevo a dire è che credo nell’autentico interesse di Costanzo per il teatro e il mondo attorno ad esso. Ho lavorato con lui per due o tre  mandati della sua direzione artistica del Festival di Benevento, da dove ha lanciato più di un artista. Ho lavorato bene con lui, in piena fiducia e disponibilità. Mi chiedevo all’epoca: ma chi glielo fa fare con tutto il suo da fare? Non era per soldi (non l’ha presi, ce l’ha messi) però mi dicevano che non lo vedevano tanto disteso come quando era tra i suoi teatranti. Ha programmato spettacoli di Gassman, Dario Fo, Gregoretti, Anna Galiena, Elisabetta Pozzi, Carlo Cecchi… dal contemporaneo all’avanguardia…il suo sogno era di riportare in scena anche Lea Massari.

I giornali hanno pubblicato i commenti di Proietti, non proprio elegantissimi e neppure comici; Costanzo si è limitato a fargli gli auguri. Sono sicura che erano andati lì a chiederglielo di prendersi anche il Brancaccio, una sede in attivo che avrebbe rinforzato il pacchetto delle alleanze tra alcuni teatri romani che (non so se lui o qualcun altro) intendono fare. Lui avrà detto di sì, anzi “evvabbé”, sapendo di doversi alzare ancora un’ora prima la mattina. Poi, davanti a cotanto sdegno, mettendosi davanti allo specchio si sarà detto: “Ma a me chi me lo faffà?”.  Io, che vi devo dire, nonostante il coro e la sollevazione pro il maresciallo Rocca, sto dalla sua parte. E aspetto la calata del sipario su quest’altra faccenda romana.

Cicciona Il post di Irene Spagnuolo, una blogger vivace che seguo, ha acceso un dibattito sulle "curve", quelle femminili naturalmente. Lo ha fatto con tono leggero e divertito, ma il tema – evidentemente attuale – ha suscitato molti commenti. Avrei potuto aggiungere anche il mio sul suo blog, ma volendo allargare il discorso, rifletto su questo spazio. Se gli uomini amano le curve e poi guardano le magre e di quanto capiscono di cellulite, ho i miei dubbi. Gli uomini, in genere,  guardano le donne. Punto. Naturalmente con qualche requisito che non riguarda necessariamente la taglia, l’eleganza, l’altezza, il colore dei capelli etc. ma secondo altri "richiami" che è inutile elencare. Le donne magre – mi diceva giorni fa un amico – piacciono soltanto alle donne. E le donne vogliono dimagrire per piacere alle altre donne (forse, ma soprattutto per non farsi criticare proprio da loro). In quanto alla cellulite – mi diceva un altro (un intellettuale): che donna sarebbe quella che non ne avesse almeno un po’? Certo, il mio generoso amico esagera e nonostante possegga questo meraviglioso dono di farti sentire a tuo agio anche se non hai sollevato il seno, gonfiato le labbra e aspirato il grasso, penso che ognuno, donna o uomo che sia, debba cercare di tenersi in forma. Soprattutto per se stesso e – dico io – per non rifarsi il guardaroba ogni sei mesi.
Il tema di Irene e i commenti al suo post, però, mi hanno fatto venire in mente lo sport preferito dei paparazzi di questa estate: fotografare la cellulite delle attrici. Se fino alla scorsa stagione le più belle venivano levigate con il photoshop e le altre – comunque in vista (in genere le giornaliste o le mogli di qualche notabile) facevano da contraltare con le loro belle pieghette, quest’anno siamo al gioco al massacro. E’ capitato alla mitica Sharon Stone, come alla giovanissima Martina Stella, la Hunziker sta lì lì, la Marini è un facile bersaglio,Victoria Beckham è stata appena beccata. Vorrei avvertirvi che anche questa volta c’è il trucco: il riflesso del sole sull’acqua e la sabbia fanno apparire ombre dove non ci sono e photoshop fa il resto anche se si vuole peggiorare. Per chiudere, infine, ma pensate che agli uomini quei veri o presunti difettucci diano fastidio? Ma per carità…sono solo le donne a farci caso.

Dimissioni? Respinte!

luglio 18, 2007

Che non ti venga mai in mente di dimetterti! Parafrasando un aforisma di Ennio Flaiano: “Il peggio che può capitare ad un genio è di essere compreso”, fa tuo “Il peggio che può capitare ad un dimissionario è che le sue dimissioni vengano accettate”. Seguendo questa semplice riflessione non potrai sbagliare. Anni fa, i 5 componenti di un’associazione culturale piuttosto importante si dimisero in blocco, sicuri che il loro presidente avrebbe respinto la minaccia non potendo fare a meno di loro. Neanche per sogno. La lettera venne messa in cassaforte, i membri vennero smembrati con gioia e perfino riconoscenza. Smisero di far parte di quel clan di lusso e Spoleto Festival smise di essere brillante come una volta. Fu una disgrazia per tutti. In ogni lavoro, a tempo indeterminato o non, c’è sempre qualcuno che gufa alle tue spalle, pronto a svuotare il tuo cassetto per metterci le sue cose, anche se non vale un decimo di quanto tu valga. Mai dare le dimissioni! A meno che tu non sia un politico. Come Gustavo Selva, ad esempio, che se la canta e se la suona da solo. Oppure Emma Bonino, redarguita bonariamente dal suo “capo” a mezzo lettera. Nessuno userà quel bonario tono prodiano del tipo “suvvia, cara, non fare i capricci…”: per te non c’è speranza! Il tuo voto non sposta di una virgola l’assetto traballante del sistema. Tu non sei indispensabile. Pensaci prima di dimetterti!

Lo spirito di Stella

luglio 13, 2007

Ci sono trentenni e trentenni. C’è la blogger di cui ti raccontavo qualche post fa e c’è il trentenne che si “incorona del nulla”. Per fortuna che c’è Andrea Stella, un ragazzo che arriva a 30 anni alla grande. Magari sulla sedia a rotelle, ma alla grande. E’ quel ragazzo che per festeggiare la sua laurea si concede una vacanza a Miami e mentre passeggia  per una stradina di Fort Lauderdale viene aggredito da alcuni balordi che così, senza motivo, gli sparano a bruciapelo. Dopo 40 giorni di coma, al risveglio, Andrea ha la sorpresa di dover vivere da paraplegico a vita. Beh, che fa Andrea Stella? Si dispera certamente, ma non per molto. Trasforma le terapie in recupero di tutto quello che fisicamente può recuperare, si butta su quella che diventa la sua missione, la vela. Il catamarano diventa le sue gambe, il vento la sua energia. Imbarca altri disabili come lui e insegna loro che finché c’è vita c’è speranza, in poppa al vento a allo “spirito di stella”. Non potevo crederci l’altra mattina quando ho sentito la sua storia alla radio. Andrea che torna a Miami, in quell luogo che io al suo posto avrei voluto veder sparire dall’universo; Andrea che fa il giro del medici che lo hanno curato per abbracciarli e ringraziarli, Andrea che apre corsi di formazione perché altri come lui trovino la forza di muoversi e di vivere, Andrea che progetta imbarcazioni senza ostacoli , e dice che è più facile muoversi su una sedia a rotelle su un catamarano che tra il traffico di Milano, Andrea che vola in aperta libertà. Beh, forse è troppo, almeno per me, ma non per lui.

Corona Stelle e Strisce

luglio 10, 2007

Hanno appena annunciato un partito ed eccone subito un altro. Se quello dei cittadini ha un senso, quello che intenderebbe fondare Fabrizio Corona (si chiamerebbe Corona e Stelle dove il primo nome è il suo, il secondo quello delle starlette del solito vippaio e se ci aggiunge pure Strisce, vi lo lascio immaginare), è –secondo me – un’ennesima provocazione dell’agente fotografico che ha giurato di diventare ultramiliardario sulle sue disgrazie. Io non so che cosa gli abbiano dato da bere in carcere, ma le questioni sono due: o il ragazzo è talmente incazzato che ha messo a punto il piano che gli sarebbe riuscito meglio per vendicarsi, oppure dal soggiorno a San Vittore è uscito pazzo. Non parlare di Corona, personaggio lanciatissimo in affari ma tutto sommato discreto all’ombra di Nina Moric fino al giorno in cui ha varcato il fatidico portone, sarebbe impossibile in questi giorni: giornali, tv, vicini di casa, bottegai e amiche riunite in summer-party davanti al programma di Lucignolo, non fanno altro. Perfino Marcello Veneziani l’ha preso sul serio in un suo articolo in cui paventa la scesa in campo del nuovo leader. Sono aperte le scommesse su quello che il self-promoter studia giorno dopo giorno per far parlare di sé. Nulla di imprevedibile, se ci pensi bene: prima ha messo se stesso in croce (vedi foto in cella !?!), poi si è messo sul balcone, quindi a passeggiare tra i fan appostati davanti al suo portone, offrendo gelati e cappuccini e regalando indumenti logati da lui stesso medesimo. Fatto ciò, ha coinvolto in una sorta di candid-camera la moglie nel gossip della sua separazione (che a me è sembrata tutta finta), la quale “prevedibilmente” si sarebbe arrabbiata per la violazione della sua privacy è l’avrebbe denunciato… Poi – dopo aver setacciato l’ambito famigliare adulto (madri, cugine, vicine di pianerottolo…) è passato al figlio, il piccolo Carlos. Confesso che questo me lo aspettavo un po’ meno, fino a quando lo vedo in una bella copertina, con il suo caschetto accanto al padre di cui imita l’atteggiamento, tatuaggi esclusi. Tutto ciò tra interviste, memoriali a puntate, dichiarazioni e ospitate da opinionista. Il ciclone Corona non trascura nulla: si dice affascinato dai mafiosi (forse pensava al Padrino di Marlon Brando) e non nega di aver ricevuto qualche occhiata golosa dal suo talent scout Lele Mora. Intanto parte il tormentone estivo di un rap ispirato alle sue vicende giudiziarie. Poi, ecco il partito (qualcuno chiede perfino "Corona for President"). Alla fine la storia del partito è ugualmente prevedibile, in fondo Corona avrebbe le sue ragioni (su cui non discuto) per accogliere attorno a sé chi si sente oppresso e perseguitato (e le groupie che gli urlano “bono!”), e la notizia sarebbe anche già vecchietta, se non che all’ultimo istante salta fuori che il re dei gossippari  e fustigatore del mondo godereccio, avrebbe in qualche modo coinvolto, nel suo partito o come modello dello stesso, Silvio Berlusconi, il quale sembra che abbia già “educatamente” preso le distanze. Ci mancherebbe altro!

Tra le
notizie e gli approfondimenti sulla questione “Walter o Prodi” di cui discutono
in molti, ben più forniti di elementi della sottoscritta, mi colpisce un’altra
notizia che forse a voi non è sfuggita: quella che annuncia la costituzione di
un nuovo partito nazionale (Behablog.it).

Un momento, se così fosse tout court sarebbe
tragica. Ma la nuova formazione nascerebbe su presupposti davvero originali per
la politica: 1) si tratterebbe di un partito a termine; 2) non si
richiederebbero iscrizioni, tessere, obbligo di schieramento a destra o a
sinistra (il che già evita qualcosa).
Il programma prevede di costringere il governo a trovare soluzioni ai problemi dei cittadini e che, una volta raggiunto l’obiettivo preposto, tutti
dovrebbero  tornarsene a casa.
Il nuovo
schieramento, per il quale si raccolgono firme (basta individuare i blog giusti) avrà la sua presentazione ufficiale il 6 ottobre a Piazza Farnese, Roma, seguita e preceduta da altre iniziative in tutta l’Italia; “se” avrà soddisfazioni,
presenterà i propri rappresentanti alle europee del 2009 e alle politiche successive
(beh, la speranza di un lavoro meno precario non si nega a nessuno… dopo tutto).
Ma
quali sono questi problemi? Legalità e costi della politica (temi vastissimi e
onnicomprensivi).
A
promuovere il movimento è un blog, quello di Oliviero Beha. Il logo è in fase di studio, ma al manfesto per la riforma della politica hanno già aderito, tra altri autorevoli,  Antonio Di Pietro,
Marco Travaglio, Dario Fo e Franca Rame…per non parlare del personaggio in
grado di far affluire nella lista civica nazionale (aperta sull’omonimo sito)
migliaia di persone: Beppe Grillo. Stretta la foglia, larga la via, dite la
vostra che ho detto la mia!

Cinquecento volte mitica!

luglio 6, 2007


Ciao Mito. Ti hanno evocata per qualche decennio, facendoti diventare il simbolo di quegli anni che dicono “fantastici”. Attorno a te, o con te al centro, quanti immagini di fotografi storici, spezzoni di film, profumo di ingenuità e di anni di conquistato benessere. Mitica! Eri bianca e ti chiamammo Bianchetta, con il tettuccio aperto, invasa da una brezza che scompigliava i capelli e dava un senso di lusso (come se avessimo avuto una cabriolet) e di libertà. B
abbo guidava ed io che gli sedevo accanto dovevo alzare i piedi sul cruscotto, perché il fondo era sfondato e il tappetino di gomma si spostava sempre di lato. Che gusto quella doppia debraiata che se l’imparavo bene mi avrebbe fatto conquistare insieme a te anche la patente . Ingranavo il count-down del fatidico esame, scorrendo lisci i mesi e i giorni. Poi fosti mia, anche se la mia doppia debraiata continuava a gracchiare accapponando la pelle. Che risate con Lisa, su e giù per il corso, quando ancora ci si poteva andare, e su quella salita, dove pretesi di farle da istruttore imponendole la retromarcia… Una volta travolgemmo una bicicletta in sosta e ce la filammo prima che arrivasse il proprietario. Mitica, evocata ad ogni cambio di macchina, ad ogni ricordo di primo amore. Mitica che hai dormito, coperta dalle tue due o tre coperte di vernice, laggiù in fondo al garage… alzati e cammina che di qua è arrivata la “chic” rossa-amaranto.