Enigma Rai

Maggio 22, 2010

Michele Santoro parlerà dopo la firma del contratto con la Rai, contratto che curerà Lucio Presta, l'agente della Ventura, della Clerici e di Bonolis, nonché compagno di Paola Perego, la quale ha lasciato Mediaset per entrare a Rai 2. Gatta ci cova.

Michele Santoro esce dal portone con una bella manciata di milioni per (non) lasciare la Rai e rientrare dalla finestra con un contratto da collaboratore esterno, sempre trattato dal suo agente Presta, che non lo lascerà di certo a bocca asciutta.

Michele Santoro lascia al palo i suoi fedelissimi Travaglio, Ruotolo, Vauro e una manciata di ospiti ricorrenti assai utili alla sceneggiatura.
Vige il silenzio amico per un futuro ancora insieme.

Michele Santoro, previo intascamento del tesoretto, dice di aver trovato il modo per togliersi dalle scatole. Bel modo di togliersi dalla scatole. C'è qualcuno che tratta pure per me?
Strategia sembra premeditata in quanto non se ne sentiva l'urgenza. Dall'inizio della stagione ogni puntata del programma sembrava l'ultima, ma avrebbe potuto esserci anche una versione estiva.

Nel progetto, studiato a tavolino, si lancia l'appello “Chi mi ama mi segua”, “Se vogliono che resti, resto” e via dicendo. Si gioca d'azzardo con il pericolo di perdere la partita, ma forse no, visto che chi l'ha studiato, ha messo in conto la mossa. E' una questione di prezzo, se il pubblico chiama, la posta in gioco sale. Io che di puntata non ne perdevo una, non partecipo.

Michele Santoro ha sparato contro tutti e contro tutto per dimostrare la sua imparzialità e salvare la faccia. Un'imparzialità che onestamente difficilmente traspariva dalla sua trasmissione, anche se….
nelle ultime due puntate, Michele Santoro sembrava più morbido e sornione, qualche tempo prima aveva anche ingaggiato una polemica con il fido Travaglio, rimasto lì al suo posto. Dovevamo già capirlo.

I suoi fans si affannano nella difesa: un bravo giornalista si merita i soldi che gli danno, anche se i soldi sono davvero tanti ed è inutile tirar fuori la storia di chi con mille euros deve arrivare alla fine del mese. Non facciamo demagogia! Libertà di stampa, libertà di parola (a me non sembrava che qualcuno gliela avesse tolta, ma conta l'effetto!) E via…mettiamoci tutto:

Maria Luisa Busi cavalca la tigre e s'accorge che, schiacciata da un’informazione di parte, non può restare più al TG1, rifiuta di scendere lo scalino dal telegiornale delle 20 a quello delle 13 ed entra da eroina al TG3. Giusta collocazione. Da sempre in RAI ci si entra con l'etichetta, ora i giornalisti
possono trovare da soli la giusta collocazione. Una volta entrati.

Voglio farla breve e non commento la réntree di Marrazzo in RAI. Tutto fa brodo. Sennò mi dicono moralista e poi finiamo per parlare di canone: questa è pura demagogia.

Anna Magnani chi?

Maggio 15, 2010

Folta scolaresca di 75 ragazzini di 12-13 anni, rumorosi, accessoriati, tecnologicamente armati e bagno dipendenti. Sto descrivendo gli alunni di una scuola media di Pescara ai quali i loro insegnanti hanno imposto un tour romano sulle tracce di Ennio Flaiano in occasione del suo centenario: Via Veneto, Caffé Greco e  soprattutto una visita accurata al teatro che nel centro storico porta il suo nome. Gli insegnanti di Pescara volevano giustamente esaltare la figura intellettuale di uno dei loro principali eroi, dopo D'Annunzio. Perciò ho accolto l'accaldata e sfranta banda di ragazzini nel nostro teatro, preparandomi perbenino qualcosa da raccontare. E ce n'erano cose da raccontare…proprio qui Flaiano inventò il "Teatro tascabile", si incontrava con gli amici, consumava vino e formaggi nella cantina sottostante.  Ero piuttosto imbarazzata nel mio ruolo di narratrice non solo per quello schizzar per bagni dei poveri fanciulli, ma anche per il timore di essere un  po' ripetitiva: quei ragazzini erano stati sicuramente preparati a dovere!

Poichè li vedevo distratti a darsi pizzicotti, scambiarsi sms occupando tutte le dieci dita, e a guardarmi con una certa aria attonita,  dopo aver accennato alla lettera sublime della signora Rosetta al marito a proposito della loro figlia, ho deciso di diventare più leggera facendo i nomi di chi Flaiano conosceva bene e incontrava in quel luogo. Nomi facili per tutti… "Aldo Fabrizi, sapete chi è, no?": silenzio tombale ed espressione tipo "chi è costui", "chi l'ha mai sento", "chissenefrega". Provo ancora: "Anna Magnani, che abitava proprio davanti a questo teatro!": I fanciulli si scambiano occhiate furtive e le labbra mute dicono "Anna Magnani Chi?". Sto per irritarmi e provo con un personaggio un po' più vicino: "Vittorio Gassman! Flaiano provò qui la versione teatrale di "Un marziano a Roma" prima che diventasse un film!". Dalla prima  alla decima fila cala un ombra lunga quanto la platea quando un ragazzino da primo banco alza un dito. Ah finalmente qualcuno conosce qualcuno. "E' il padre di Alessandro!" ci spiega soddisfatto.

Che dire? Dopo è finita davvero in caciara e il busto di Flaiano è stato fotografato con berretto Dragon Ball GT in testa e un Ipod al collo.

 

Cleopatra 

ROMA SPARITA

Sarà leggenda? Il luogo si chiama proprio così: "Orti di Cesare" e i trasteverini raccontano che quello spazio dalle parti di casa mia ha qualcosa a che fare con il noto console romano (leggenda plausibile perchè la sua villa e i suoi possedimenti arrivavano fino al Gianicolo) . Al di là di un  solenne muro grigio, a fianco della stazione di Trastevere,  attestante una lontana presenza di fortezza,  una casupola diroccata a margine di un piccolo giardino intitolato al più famoso  burattinaio romano dell' Ottocento, Ghetanaccio, fa da tappo al luogo dove – si racconta –  avvenivano gli incontri segreti di Cesare e Cleopatra, prima che questa si trasferisse in pompa magna nella grande magione. Lungo le mura che cingono il luogo di siffatta storia, alcuni banchi di vari generi formavano il mercato rionale, trionfalmente introdotto dal sempreverde "maritozzaro" di via Ettore Rolli, luogo di scorribande notturne post discoteca.

Ebbene, le ruspe, "maritozzi" a parte, hanno spazzato tutto, dopo aver scavato in cerca di reperti, caricate alcuni resti di colonne, identificate come semplici sostegni, transennato il luogo,sbarrato le strade di accesso della strada limitrofa, trasferito sul lungotevere il prezioso mercatino e bollato (ufficiosamente) il luogo come "privo di interesse storico e archeologico".  Da molti mesi, interrotto a tratti dagli esposti degli abitanti che subiscono scossoni e mangiano polvere,  un privato lavora top-secret per creare alcuni box auto nella parte inferiore, mentre, nella parte più alta si vocifera sul progetto di un albergo. Al diavolo Cesare e Cleopatra e  detronizzato il povero Ghetanaccio, la privatizzazione traffica spedita. Il peggio è  che, sradicati  gli alberi, sul  giardinetto del burattinaio – sia pure oltraggiato da presenze inquietanti in passato – si hanno dubbi di rinascita come unico luogo di respiro per i bambini della zona.  Dopo il trasferimento del Museo del Cinema, l'innalzamento di un paio di mega edifici e la costruzione di u n MacDonald, alla mia zona resta soltanto l'orribile fontana Anni '60, putrida di escrementi al centro di Porta Portese.

Orti