Magnaccia

giugno 30, 2008

Possibile che Di Pietro dando del “magnaccia” a Silvio Berlusconi abbia sbagliato termine? Ho l’impressione che, nonostante il suo italiano precipitoso, l’ex pm abbia azzeccato il centro ben sapendo a cosa mirasse. Vale a dire: egli ha capito che per quanto era stato fin lì attribuito al cavaliere di Arcore gli italiani avevano fatto spallucce al momento del  voto e quella faccenda della "gnocca" non poteva che rendere ancora più simpatico il suo acerrimo nemico. La faccenda delle intercettazioni gli potrebbe aver ispirato – con l’impeto e l’impulsività che gli è propria  – Il termine “magnaccia”. Un termine davvero “odioso” che neppure la canzone di Angelo Russo “Italia magnaccia magica Italia” oppure la ballata di Brecht e la bellissima poesia di Michael Santhers : “…Gli occhi sono fulmini accesi in assaggio a un sogno/che poi è sempre quello/portare alle mura/ indenne la carcassa…” potranno mai nobilitare.

Sexy macho

giugno 28, 2008

Leggo su La Stampa.it  la faccenda del sexy macho. Beh, dopo anni di ragazze sexy che pubblicizzano di tutto, anche quello che difficilmente si consumerebbe in tanga, il maschio macho di Gabbana o di Kevin Klein è qualcosa di più di un passo verso la parità. All’inizio, neppure si sapeva bene che cosa volessero vendere Dolce e il suo socio sulla barca nelle acque di Capri, ma difficilmente una scena di seduzione , di calore e di raptus erotico è stata resa altrettanto veritiera. Il contesto e il senso dell’azione superava il prodotto. Il flash diventava film, l’immaginazione diventava memoria viva. L’olfatto risentiva di alghe marine, di piacevole sudore e la canzone era di quelle che evocavano i sogni e per qualcuno qualcosa di sfiorato. Altro che le belle ragazze che si occhieggiano malandrine per indicare il potere macho di una bella vettura, altro che lo scambio di identità –uomo/donna-donna/uomo finito in bevuta di un noto liquore, “altro” dal messaggio della stupenda Salma Hayek che rifiutando ogni tentazione segue rapita un bicchiere dello stesso liquore, David Gandy offusca anche la bellezza dei Faraglioni e sinceramente la bellissima ragazza resta in secondo piano (almeno secondo il punto di vista delle donne). Neppure il "superlativo" George Clooney riesce con il suo rapinoso “magnifico!” a trasmettere, sempre per lo stesso liquore, altrettante sensazioni –  e secondo me neppure in mutande riuscirebbe a diventare altrettanto sexy-macho. Questo per almeno tre motivi: il primo è che manca il realismo del contesto, secondo che David Gandy era un perfetto maschio sconosciuto che piombava improvvisamente sul nostro schermo; il terzo è che i committenti creativi gay – se si deve parlare di maschi – sanno che cosa vogliono e lo sanno trasmettere. C’è da dire, però, che il motivo della pubblicità in questo caso aiuta: i modelli che si sfidano in brache devono pubblicizzare le mutande che indossano, guarda caso tornate al bianco modello classico, con tutte le impunture al posto giusto e i volumi in evidenza, altro che le brache chic dei fantasiosi boxer  a cui siamo abituate! Il successo del Gandy ce ne farà vedere delle belle. Il macho-sexy potrebbe anche girare attorno ad un frigorifero e raccontarci come si fa il pre-lavaggio e le sexy girl potrebbero trovarsi senza lavoro (almeno in campo pubblicitario), intanto qualcuno ha già deciso di lasciarle alla tivù, chiamando una  come Luciana Littizzetto a convincerci a comprarci un  nuovo cellulare.

Automanutenzione del single

giugno 26, 2008

Questo mancava ai molti libri e decaloghi del saper vivere: l’Automanutenzione del single. Essendo in questa situazione dalla nascita non potevo che “svegliarmi”, allertarmi e incuriosirmi all’uscita di un volumetto che ha tutte le caratteristiche per aiutare la sopravvivenza e la qualità della vita. Altro che Bridget Jones, grassa, apatica e infelice: qui si insegna a spassarsela con sé stessi e con cognizione di causa, visto che a scriverlo, a pubblicarlo e a pubblicizzarlo (più del suo curriculum pur costellato di successi teatrali e cinematografici) è Leonardo Petrillo, un artista, attore, comico, e quanto altro, da me incontrato qualche annetto fa, di cui avevo molto apprezzato l’intelligenza. Ebbene, non ci crederete, ma la filosofia dell’autore è proprio come l’uovo di colombo, parte e chiude che la felicità la si trova soltanto nel proprio ego (non in senso negativo, ovviamente) poiché soltanto la felicità individuale è estensibile. Già “Enjoy one’s self”, godere di sé cominciando da una semplice formuletta: “Variare in qualsiasi frase l’interrogativo (?) in esclamativo (!): tutti i problemi si risolveranno automaticamente. Variando invece l’esclamativo (!) in interrogativo (?) eliminerete tutte quelle pericolosissime sicurezze. Il manuale indica anche qualche test, ad esempio quello del tempo di una camminata che potrebbe indicare come ci si comporta in generale. Risultato:  siete a rischio se nel tempo che è stato stabilito: a. Avete percorso oltre 105 passi  Fate il passo più lungo della gamba

b. Avete percorso meno di 105 passi  Siete soggetti a fare dei passi falsi

dicendo anche: Camminate senza fretta, per capire come va a finire la storia.

Riporto per intero un passaggio che a dir poco è geniale per darsi una regolata: Al centro del campo la mia squadra base ha i 5 sensi, si difende con 4 caratteristiche peculiari del mio «essere» (carattere, fisicità, fantasia, coscienza), attacca con la sua punta di diamante, il cervello, e cerca di parare gli errori con il sesto senso (il portiere, che, preciso per i non esperti, non rientra nel modulo).

In panchina ognuno ha diversi elementi da inserire di volta in volta, sacrificandone altri: le scelte fatte ricadranno sui risultati.

Vi consiglio di mandare sempre in campo il cervello (anche se non è un campione, fatelo giocare lo stesso).

Qualcuno avrà in organico dei giocatori infortunati, ma nasciamo tutti dotati di una discreta squadra.

I primi allenatori (Mister) sono i genitori, da 0 a X anni. L’età del loro esonero (X) varia di soggetto in soggetto.

Possono fare certamente dei danni, ma non date retta ai giornalisti sportivi (agli psicologi eccetera…): la classe, se c’è, viene fuori nel momento in cui li esonerate, diventando padroni del vostro destino, Mister di voi stessi.

Giochiamo in casa quando siamo con gli amici (i tifosi) e ci sentiamo più sicuri, ma è fuori casa che si possono raccogliere maggiori soddisfazioni (fate mente locale su quante volte avete rimorchiato – vinto – in compagnia di amici/amiche e quante volte da soli/e). Il bello devo ancora dirvelo. Petrillo fa parte di un movimento che si chiama  “Forse Italia”. Il movimento che del dubbio fa la sua forza, con lo slogan: "Forse Italia. Per chi crede nei propri forse"Single_02_280x200_3 . Per chi ne vuole sapere di più non ha che da comprarsi per una modica cifra il libretto che mi pare si venda solo via internet. Ne vale la pena e speriamo in una ristampa anche  del “Manuale di manutenzione dell’uomo: Come farlo durare per sempre” che appare non più disponibile . E forse un tantino esaurito.

Santa Rita pensaci tu

giugno 11, 2008

La realtà supera la fantasia, a dar retta alle cronache di questi giorni riguardanti una clinica milanese che porta il nome di una santa, sposata ad un uomo brutale e violento, che lei convertì, e che venne in seguito ucciso per vendetta. La santa che era riuscita a convertirlo, pregò Dio di far morire i loro due figli che avrebbero voluto vendicarlo a loro volta.

La realtà supera anche la fantasia degli autori (Menkene ed Ashman) della “Bottega degli orrori”, un musical truculento che ha fatto la fortuna di chi l’ha messo in scena. Supera le invenzioni di Cronenberg (La mosca, Il demone sotto la pelle, La covata malefica…) e non raggiunge alcun paragone con la ruvidezza del Dr. House e gli squartamenti dei telefilm orrorifici di prima e seconda serata. La realtà non si può credere: 88 i casi di lesioni gravi a carico dei sanitari della linda clinichetta. Interventi chirurgici non necessari con l’aggravante, in caso di morte, di omicidio volontario ed eccesso di crudeltà. Due primari in carcere e altri dodici professionisti agli arresti domiciliari, perché accusati di aver gonfiato i rimborsi: insomma, pare che, chi si presentasse per un controllo finiva per essere ricoverato e perfino operato là dove non occorreva, a tutto vantaggio della qualità della vita di medici senza frontiere della decenza. Più interventi, più ricoveri e più rimborsi. “Avevo la bronchite – dice un paziente – mi hanno asportato mezzo polmone” e un esercito di famigliari ora rivendica la morte inspiegabile di una ventina di parenti. Dalle intercettazioni, che non lascerebbero spazio a dubbi, ne esce una sceneggiatura da far invidia a Stevenson e al suo Dr Jekill. Senza neppure l’ombra di un Mr Hide. Santa Rita pensaci tu.