NO COMMENT

luglio 29, 2008

“A dimostrazione del mio pentimento e per cercare di porre rimedio, in qualche modo a quanto accaduto,mi impegno a pubblicare sul mio sito internet  il testo della presente con adeguato rilievo…" Forse avrebbe meritato qualche commento la lettera di Leonardo Bianchi al Presidente, pubblicata oggi da Libero "senza commenti". Il blogger ha chiesto scusa a Berlusconi per essersi inventate le famose intercettazioni hard di cui si è molto parlato, rivolgendo le sue scuse ai "molto onorevoli" e "dott" coinvolti. Peccato che il suo sito sia stato oscurato (ma forse partendo da questa promessa ne aprirà un altro). Chi vuole conoscere i toni delle sue scuse può andare su  http://www.libero-news.it/articles/view/292633

chi vuole conoscere tutta la storia e commentare su

http://www.xantology.com/2008/07/07/italia-cina/

Silvio, marito ideale

luglio 23, 2008

Che cosa ci si aspettava, dopo le polemiche a seguito delle presunte intercettazioni erotiche (sbandierate con una modalità che non si capiva più se si trattasse di cabaret o di pura realtà) da Silvio Berlusconi? Un bel servizio fotografico, dall’aria rubata, sulla sua estate in famiglia, con moglie, figli e nipotini. Tempestivamente, la sua risposta su vere o presunte rimostranze da parte di Veronica Lario, sono smentite dalle foto a piena pagina pubblicate da “Il Giornale” e da “Chi”. Mano nella mano, aria spensierata, odore di mare, di fiori e piante. Lei- così come si trovava, senza un filo di trucco, neppure l’ombra di un broncio, lui bello riposato e sorridente e naturalmente in tiro, tenuta da vacanza chic. Sicuramente, semmai esistesse, il taccuino zeppo di numeri di telefono, gettato alle ortiche. Così come foto passate con le vallette accoccolate ai suoi piedi gli hanno dato fama di uomo che può, anche questo passo ha un suo scopo. Passato il “lodo”, Napoli ripulita e luccicante, non restava – almeno per ora – che riparare il danno d’immagine di Piazza Navona e stoppare le insinuazioni che avevano lasciata perplessa la casalinga di Voghera che lo vorrebbe come marito. Non bastava che la presunta fama di latin-lover non fregasse un accidenti agli italiani e che – anzi – lo ponesse nell’ invidiata sfera dei “beati loro”: occorreva che la signora uscisse allo scoperto, che porgesse la sua mano al marito, che mostrasse tangibilmente – e proprio in questo modo – di non avere nulla da perdonare e tanto meno recriminare con la richiesta di divorzio e tanto di risarcimento. Gossip nel gossip: contenti i mariti che lo invidiano e che davvero credono ch’egli possa permettersi certe telefonate e poi farla franca, felici le mogli alle quali piace tanto. Come non credere a Veronica Lario, che non aveva esitato a scrivere ad un noto quotidiano perchè il marito le esprimesse pubbliche scuse per aver fatto un complimento di troppo a qualche signora? Nessuno crederà che possa essere il tipo di accettare qualche imposizione. C’è da scommettere che tutto il resto – quello che gli viene rimproverato di non aver messo subito a posto – avrà ugualmente una risposta.Tutto si può dire di questo signore, tranne che non sappia comunicare quanto di lui piace agli italiani.

Il cantaviatore

luglio 21, 2008

Non ha scritto "Volare" ma è un "cantaviatore", una curiosità scritta da Viviana Cosentino.

Giarettacesari

L’intervista è nella pagina accanto

Entrico Giaretta, il cantaviatore

l’intervista è di Viviana Cosentino, una giornalista attenta alle curiosità.

L’allegria che è in grado di sprigionare quando canta Enrico Giaretta è contagiosa; una macchina piena di energia, un pianista e cantautore con una grande passione per il volo grazie alla quale è stato soprannominato «Cantaviatore». Il migliore attestato della sua bravura gliel’ha consegnato Paolo Conte definendolo il suo «erede». Il primo approccio alla musica avviene grazie al rumore dei bicchieri suonati con le posate assieme al nonno alla ricerca di una melodia. L’istinto lo porta subito ad innamorarsi della musica classica, infatti, si iscrive al conservatorio di Latina. Terminati gli studi al conservatorio suona prima nei piano bar, poi in tournee con grandi nomi quali Franco Califano, Renato Zero, Pino Daniele e Lucio Dalla e dopo aver portato la sua musica in giro per il mondo con il violinista e amico Olen Cesari, l’artista, da qualche mese, sta raccogliendo i consensi del pubblico italiano con il suo primo album “Sulle ali della musica”, il cui primo singolo è “Tutta la vita in un momento”, una canzone che è un inno alla vita, un sogno che si realizza, l’esaltazione di una svolta importante. Canzone che viene interpretata dall’artista canadese Matt Dusk, considerato il nuovo Michael Bublè, che ne fa inaspettatamente una hit mondiale con il titolo “Back in Town”. Grazie a questo colpo di fortuna, la stampa e il mondo discografico, si accorgono di Enrico Giaretta e delle potenzialità del suo originale progetto. Inoltre, il video di “Tutta la vita in un momento”, girato all’aeroporto di Torino Caselle, con il soggetto e la sceneggiatura di Silvio Muccino, è una novità assoluta: il cantante appare alla guida di un aereo militare, l’Eurofighter, in compagnia del comandante Maurizio Cheli, primo astronauta italiano in missione nello spazio sullo Shuttle. Nei suoi pezzi c’è il profumo delle terre che Enrico Giaretta racconta così bene e che Olen Cesari, con il suo violino, impreziosisce con infinita poesia.

Innanzitutto, cosa significa per lei suonare, cantare, volare?

È aprire il diario che ho dentro, sogno che si è realizzato perché ho sempre desiderato volare e ho sempre fatto il musicista.

Oltre alla musica classica, quali altre influenze musicali ha avuto?

Dopo gli studi al Conservatorio mi sono avvicinato a sonorità un po’ jazz, un po’ latine perché girando per il mondo ho assorbito diverse influenze. Di sicuro suonare nei locali e collaborare con grandi artisti aiuta, ma fare il giro del mondo, esibendomi nei posti più insoliti e sperduti è una ricchezza che ha un valore inestimabile.

Nelle sue canzoni cosa racconta e a chi crede sia indirizzata la sua musica?

Racconto tutto e il contrario di tutto; inizio scrivendo delle parole a caso che suonano bene insieme, poi mi faccio un film vero e proprio in testa e lo racconto tra note e parole. Vorrei che la mia musica fosse per tutti, bambini compresi.

A proposito di bambini, so che ha fatto un mini tour nelle scuole elementari per far conoscere le sue canzoni, come mai questa scelta?

In realtà era un tour didattico sulla storia degli strumenti musicali; alla fine di ogni lezione – la mia era naturalmente sulla storia del pianoforte e del violino – con Olen Cesari e Alberto Molinari (regista e attore), giocavamo con i bambini a simulare il volo sulle note e quindi l’aeroplano, che vola come un cormorano e ci ritrovavamo sulla “Fabbrica delle nuvole” ribattezzata appunto la canzone del Cormorano. Amo i bambini e la loro sorprendente capacità di apprendimento istantanea.

Quali canzoni, tra quelle presenti nel disco, la rappresenta di più o a quale è più affezionato?

Sicuramente “La fabbrica delle nuvole” composto nello Zimbawe. In quel brano c’è l’Africa e, tra le righe, mille altri film ed io ne sono ammalato… d’Africa, di film e delle rughe che una certa sensibilità comporta.

Silvio Muccino ha detto di lei: “Enrico è energia vitale allo stato puro, lui sa cosa vuol dire volare e lasciarsi andare a un’emozione”; Simone Cristicchi ha scritto: “ Un pianoforte a coda è un contenitore di racconti, film e avventure che Enrico descrive con le parole dell’anima, dell’esperienza di un vissuto antico e allo stesso tempo attuale”; Paolo Conte ha esposto un giudizio più che lusinghiero dicendo “Finalmente ho un allievo”… Come reagisce alle belle parole dette da alcuni colleghi e amici?

Con i brividi che solo chi è sincero sa dare e ricevere. Quello che ha detto Paolo Conte ha ripagato trentasette anni di stenti dedicati alla musica.

Il talent scuot Lilli Greco, ha intravisto in lei un potenziale nuovo cantautore, come mai solo ora tanta gente punta su di lei? Cosa ha oggi che non aveva ieri?

Lilli ha puntato su di me da molti anni, consapevole che nel mio piccolo potevo fare questo lavoro, nulla di più. Oggi, rispetto a ieri, ho capito che Italo (Lilli) Greco aveva ragione, come sempre, Olen Cesari aveva ragione, mia madre aveva ragione… solo io mi sbagliavo. Così ho messo nei miei voli tutta la musica che avevo dentro e ho messo tutto il cielo che ho volato nella mia musica.

Adesso, quali saranno i suoi progetti futuri?

Raggiungere in fretta fama, successo e guadagnare molto per rendere la vita meno faticosa alle persone che amo e aiutare anche quelli che non conosco perché li stimo ugualmente. A questo punto mi faccio una domanda e mi do una risposta: “Enrico, cosa ti è rimasto dentro del mondo che hai visto”? Mi è rimasto lo sguardo delle persone che soffrono ed ogni volta non sono riuscito a tenere lo sguardo alto, ripromettendomi di tornare con qualcosa di materiale in cambio e con tanto amore, ringraziando per la lezione di vita ricevuta.

                                                                                 

Viviana Cosentino

SILENZIO BLOG

luglio 9, 2008

Vorrei riflettere sui ragazzi che non hanno paura di nulla e che considerano la loro vita eterna, sicura, recuperabile, non esposta ai mille rischi che, invece, li vedono protagonisti, come il fattaccio della ventenne, diventata irriconoscibile sotto la furia di  quel tizio sballato di testa e di cuore. Ma perchè scriverne se altri due giovani che alla loro vita ci tenevano eccome sono stati investiti da un ubriaco mentre sostavano davanti ad una vetrina? Vorrei chiedermi che fine hanno fatto quei tre di Perugia, quell’altro con la faccetta d’angelo su cui pesa il sospetto di aver assassinato la fidanzata, e quell’altra ancora, condannata per un fatto che non ricorda. Vorrei scrivere dei non-pentiti che si ostinano al silenzio e alla negazione . Degli irriducibili che giocano con le regole della legge e diventando professionisti di spiate non pagano decine di delitti, prendendosi anche lo sfizio di far fuori uno che gli dava sui nervi. Vorrei pietosamente esprimermi sul caso della donna in coma profondo il cui padre chiede la liberazione eterna e riflettere sulla questione delle intercettazioni quando svelano fatti privatissimi, peccati di carne e di gola, magagne di conti e tangenti; ed anche sui linguaggi, i comportamenti e le trovate per distruggere quello e quell’altro. Sul senso di una satira affatto costruttiva, anzi distruttiva per chi la fa in modo maldestro e banale. Vorrei scrivere, magari con leggerezza, delle sdraio, dei lettini e ombrelloni in affitto messi sotto le finestre dell’ospedale Fatebenefratelli dell’ Isola Tiberina a mo’ di spiaggetta di Saint Tropez sugli argini di un Tevere sempre più fetido oppure dello scempio di una manifestazione fatta di palloncini colorati e costruzioni di cartapesta nel bel mezzo dell’Area Sacra di Piazza Argentina, oppure invocare pietà per il grandioso Castel Sant’Angelo su cui si addensa la minaccia di un’azione invasiva per festeggiare le notti di mezza estate. Ma è tutto così vorticosamente detto e digerito, incalzato da altri eventi, da altri fatti che la sola cosa che mi viene in mente è quella di pensare a cosa accadrà domani. Ma che pro? Nulla cambia, si sostituisce. Che dire?  Meglio il silenzio blog. Silent