Le punture di Vespa

ottobre 30, 2007

Che bisogno aveva Bruno Vespa, il giornalista che occupa lo spazio più ambito di Raiuno con il suo "Porta a porta" a scrivere un libro come L’amore e il potere? E’ vero che spesso il popolare anchorman salta da un argomento all’altro intercalando il salotto politico con l’anticamera del dietologo e la sala da ballo della Carlucci, ma francamente, vederlo lì, nella trasmissione di Giuliano Ferrara, ad intimidire perfino Ritanna Armeni, costretta a barcamenarsi con domande da gossip, per pubblicizzare il suo ultimo libro, mi ha sconcertata. Che bisogno aveva Giuliano Ferrara, impegnato in argomenti di maggiore intelligenza a promuovere questa sorta di pettegolezzo rosa, degno di Carolina Invernizio? Non capisco… ma soprattutto mi riesce difficile capire perchè andare a scovare scoop sentimentali (Patrizia Caselli, ad esempio, che non sapevamo fosse stata l’ultima amante di Bettino Craxi e francamente poco ce ne importa). Questa sorta di sbandieramento offende più persone, oltre a svilire la figura di un uomo politico, già indebolito dalle sue note faccende: prima di tutto la moglie, poi i figli e non ultimo le persone che veramente hanno contato nella sua vita. Non c’è attrice di quegli anni, non c’è starlette di breve fama (allora ancora non si parlava di veline) che non abbia vantato , all’epoca del suo potere,  una storia con Bettino e, incredibilmente, succede ancora. Sono sicura che chi veramente potrebbe scrivere la vicenda umana di questo uomo tace, mentre Vespa si arricchisce e fa arrabbiare Bobo

Auguri Denise

ottobre 26, 2007

I molti fatti di cronaca che  in questi anni hanno riempito giornali e tivù, sono come il pane. Quando è fresco e se ne sente l’odore e la fragranza tutti lo vogliono , quando diventa vecchio finisce nel secchio.

C’è una madre che oggi avrebbe preparato una torta con 7 candeline per festeggiare il compleanno della sua bambina e che, invece, si è incatenata davanti al Quirinale, iniziando uno sciopero della fame, nel timore che di quella figlia – scomparsa da casa 3 anni fa – nessuno voglia più parlarne. Altri episodi, sfornati quasi giornalmente, sono pane per i cronisti e per i media che – dichiarandosi a corto di argomenti per i fatti passati, si buttano sulla novità, fino a passare a quella successiva…Certo la colpa non è loro ma che fine hanno fatto Angela Celentano, Ruben Bianchi, Francesco e Salvatore Pappalardi, e i tanti altri bambini scomparsi sui quali sembra essere calato un macigno?

Fa bene la mamma coraggiosa di Denise Pepitone a protestare e a sottolineare l’urgenza di riforma legislativa che garantirebbe un maggiore potere investigativo per gli inquirenti nei casi di bambini scomparsi, favorendone le ricerche. A Mazara stamattina alcuni bambini della scuola Luigi Pirandello hanno organizzato una manifestazione. “ Denise oggi fa parte solo di un numero e basta, noi genitori vogliamo sapere che fine hanno fatto i nostri figli non si può stare nell’oblio per così tanto tempo”, dice Piera Maggio.

Auguri Denise.Denisepipitone_int

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Roma, Città di Cinecittà?

ottobre 19, 2007

Cinemaposte Cosa c’è di meglio per il promotore, organizzatore e massimo fruitore di un festival di cinema (leggi cinefilo) che essere anche il sindaco della città dove si svolge? Quando mai, se così non fosse, potrebbe usufruire di tutti gli spazi topici del cinema italiano e associato, come Via Veneto, Fontana di Trevi e Cinecittà, allargando i confini di questo ultimo spazio in disuso sotto l’etichetta “Città di Cinecittà” per aggiungere al Parco della Musica (Auditorium) l’etichetta di “Parco del Cinema” con dependance creata ad hoc (Il Pala Roma Uno), invadere Piazza del Popolo di orrende impalcature d’autore, spazi riservati, macchine blu, guardie del corpo, paparazzi e quanto altro serve all’apparato stantio dell’apparire? E visto che ci siamo, perchè non approfittare per gettare un’occhiata alla sfilza di abiti del più grande stilista italiano (che si è fatta la fama e la clientela all’estero)  schierati, a due passi da lì, accanto al monumento dell’ Ara Pacis (forse per questo confezionato esternamente come una albergo Anni ’50?. Spero almeno che Valentino abbia finanziato in gran parte i lavori di restyling del monumento). Tutto ciò per accogliere i soliti noti, anzi quello che resta – dopo la scomparsa dell’ultima grande attrice mondiale, Deborah Kerr – nuove dive saccenti, star sull’orlo di un’esplosione per eccesso di plastica e che farebbero meglio a lasciarci con un bel ricordo dei tempi migliori al braccio di De Sica o Mastroianni, piuttosto che appendersi al braccio del primo cittadino, imbarazzato da una scollatura immensa e perduta. Che ci guadagna Roma da tutto questo? Caos, traffico, irritazione, sana invidia. Certo, sana invidia! Quella di altri operatori culturali (ed anche commerciali) che si barcamenano nelle loro piccole e medie imprese e che non possono permettersi  una pubblicità sulle fiancate di un autobus, su un quotidiano, oppure un opuscolo. Loro sanno bene  quanto costano le multe per chi cerca di affiggere una ridotta locandina (che in altre capitali europee troverebbe collocazione in spazi riservati). Loro subiscono la difficoltà dell’operatore e dello spettatore che non riesce ad arrivare a certi teatri /ed esercizi , situati nelle zone ZTL senza i permessi che altri ottengono come vip, accompagnatori dei vip, addetti stampa, giornalisti, fotografi etc, etc. Loro, gli esclusi dalla festa, gli artisti da tappezzeria, ben sanno, comunque, quanto ci costa tutto questo. Certo non abbiamo noi la furbizia, né il senso del risparmio che operazioni affiancate alla grande festa "privata" del cinema burino riescono ad organizzare. Metti, ad esempio, quello che avviene all’Hotel de Russie, laddove, anni fa, erano collocate le redazioni della RAI, il cui bel cortiletto è diventato luogo di ristoro vip. Qualche grande mente pensante ha organizzato una serie di vetrine di prodotti made in Italy, naturalmente con il permesso e il patrocinio dell’Ente promotore. E’ facile attirare giovani stilisti e artisti che difficilmente oggi possono entrare nel mercato senza doversi piegare alle sue leggi o farsi rubare le idee, con la formula “ti porto il divo o la diva, tu gli regali il tuo oggetto, scatta la foto e tu diventi famoso/a). Ognuno degli espositori si è adoperato con generosità e al meglio. Non lo fareste anche voi? Io porterei subito i miei manufatti e li regalerei molto volentieri al Meryl Streep se questa accettasse di farsi fotografare con la mia bella collana.  Purtroppo non è così: le dive prendono (anzi afferrano), ma in quanto a posare generosamente per la realizzazione di qualcuno che non si chiami Fendi o Valentino ce ne corre… dicono di non poterlo fare, perché legati ad un altro contratto. Lo sanno tutti, meno che gli espositori. Beffa su beffa, pare che un sosia di Gerard Depardieu si sia fatto dare regali un po’ da tutti. Chissà se almeno lui si è fatto fare la foto.

ATTENTI AI SOSIA!! 

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Il debutto di Bertinotti

ottobre 17, 2007

Che Fausto Bertinotti amasse il teatro come Achille Ochetto lo sapevo perché più di una volta li ho visti presenti in platee grandi e piccole, ma che uno di loro studiasse un copione e si esibisse come attore mi ha colto di sorpresa. Il debuttante di turno è stato il Presidente della Camera che sul palco del Teatro Valle di Roma ha recitato nello spettacolo di Franco Però e Renato Sarti “Vietato digiunare in spiaggia”, un ritratto di Danilo Dolci, sociologo e educatore siciliano, speranza e promotore della rinascita del Mezzogiorno, scomparso da una decina di anni. Bertinotti, conservando la sua dizione con le “erre” alla francese ha svolto il ruolo di Piero Calamandrei, figura predominante della sinistra italiana, cavandosela bene nell’arringa che l’autore della lapide a Kesselring*, fece in difesa di Dolci, accusato di aver organizzato a Trappeto uno sciopero alla rovescia per opporsi pacificamente alla cronica mancanza di lavoro per i braccianti siciliani del tempo (i lavoratori, invece che incrociare le braccia si misero a sistemare una strada comunale dissestata). Il deb ha inchiodato il pubblico con dodici minuti intensi, con riferimenti alla Costituzione e all’Antigone, limitandosi comunque alla “prima” e passando le repliche ad altri interpreti, come Gherardo Colombo, Leoluca Orlando, Don Gallo, Vincenzo Consolo, Giancarlo Caselli, Marco Travaglio, Lidia Menapace, Dacia Maraini e uno dei ragazzi di Scampia.

*Albert Kesselring, durante il secondo conflitto mondiale fu il comandante delle forze armate tedesche in Italia. Nel 1947 fu processato e condannato a morte per i numerosi eccidi che l’esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse Ardeatine, Strage di Marzabotto e molte altre).Calamandrei scrisse il testo "Lo avrai, camerata Kesselring…" posto sotto la lapide ad ignominia a Cuneo e poi anche nel comune di Montepulciano, in località Sant’Agnese.

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Para…normali

ottobre 16, 2007

BasquiatIn Italia è sempre stato difficile svelare i misteri di certi para…, figuriamoci se si riesce a svelare gli enigmi, i misteri che riguardano l’esistenza dell’umanità, la vita passata, quella futura, i fenomeni del paranormale. Quanti libri e quante costose riviste specializzate a parlar di profezie, di calamità inspiegabili, di presenze, onde, echi e accadimenti senza risposte scientifiche. Quante trasmissioni televisive… Ha fatto bene Gianluca Nicoletti (Melog), a cui non aggiungo aggettivi perché me li cassa soprattutto se sono complimenti, a parlare del nuovo contenitore di Giacobbo, partito ieri sera con la solita confezione di lusso, una scatola dalle mille sorprese . Ci sono cascata anche questa volta e so che ci cascherò ancora a sentire i promo trionfanti del genere “Questa sera sarà svelato il mistero del bimbo che visse due volte”, “Tutta la verità sui cerchi di grano”, “Scoperto il Santo Graal…”, “Ritrovata la tomba di Cleopatra …”, “Con noi nel passaggio segreto della Piramide …”, “La fine del mondo nel 2012…” e altro ancora …che però non è mai nuovo, anzi sempre lo stesso, senza una conclusione e neppure un’aggiunta. Quando Roberto Giacobbo lavorava per la 7 con un programma similare aveva ben sciorinato tutti gli argomenti possibili, dai misteri gotici di certe cattedrali di Francia ai mostri di Bomarzo, dai stregoni toltechi ai sassi misteriosi di Valbruna (così tanto per dire che gli argomenti andavano su e giù e da un lato all’altro della terra). Quando è passato a raidue non potevo credere ai miei occhi, ha sfoggiato, come un venditore di cravatte, la stessa mercanzia. E’ vero che la 7 viene considerata una televisione di nicchia, ma non certamente da chi è interessato a questi argomenti! Questo per dire che, ciò nonostante, quando sento lo squillo di tromba che mi annuncia la rivincita del morti viventi in prima serata, sono lì come una stupida, con il mio vassoietto di semini al sale, a rivedermi per l’ennesima volta il cerchio di grano di Latina. Ma sarò scema?

Riciclo

ottobre 11, 2007

Incredibile come funzioni il riciclo ultimamente. Specie quando riguarda i personaggi più noti. Tempo fa, un uomo di spettacolo oppure un politico caduto in disgrazia sia pure per un semplice scivolone, era fregato per sempre: non gli restava che ritirarsi da tutto oppure aspettare una breve resurrezione e poi niente più. Quando è stato il momento in cui si è avuta la svolta e le cose sono cambiate? Mi sembra dopo Gigi Sabbani e Valerio Merola. Il primo aveva intrapreso una strada malinconica ed ha avuto il suo riscatto definitivo solo dopo la sua  prematura scomparsa, il secondo – che ha fatto leva sul suo buon carattere – se l’è più o meno cavata, anche se dal momento dello scandalo – a torto o a ragione – non ha ottenuto che sporadici ruoli di opinionista come intenditore di femmine, cibo e prestanza erotica. Il drappello che ha dato la svolta, avanzando trionfalmente verso il riciclo pieno è quello di Elisabetta Gregoraci, Lapo Elkan, Fabrizio Corona e ora Cristiano Malgioglio. La prima ha un ruolo di primo piano (anche se non direi fondamentale) nella domenica di Paola Perego e un fidanzato che l’ha preferita come moglie a donne di bellezza infinita come Naomi , il secondo, all’ombra di un nonno arci-.famoso è riuscito a convincerci che le sue avventure non siano state altro che qualcosa di snobistico, Fabrizio Corona ha cavalcato la tigre usando gli stessi mezzi di comunicazione che erano stati messi in discussione, diventando un eroe positivo, un quasi politico e un futuro protagonista di videogame, attraverso il quale toccherà a noi cimentarci per raggiungere le sue formidabili capacità. Infine, Cristiano Malgioglio, grazie anche alle intuizioni di Simona Ventura (che avrebbe voluto riciclare anche le Lecciso, la Marini e altri personaggi con una collocazione non più tanto precisa) è uscito trionfalmente dall’Isola dei Famosi, con una mossa da gigante (quello della rinuncia che per uno come lui…), lanciando un appello a Mina per tornare a comporre successi canori e salutato come un re (anzi una regina) da compagni di avventura, parenti e pubblico. Sono sicura che, dovendolo fare per contratto ( e poi alla fine a me sta pure simpatico) lo vedremo in tivù più di prima. I ribelli del dimenticatoio e della gogna hanno vinto e sono più forti che pria. Tognazzi e Vianello furono esiliati a lungo, altri non si sono più ripresi: è iniziata l’epoca della riscossa.

Callas,diva e donna

ottobre 7, 2007

Callas_2Prendo spunto dall’offerta apparsa sulla testata che mi ospita del cofanetto -omaggio per il trentennale di Maria Callas per ricordare un episodio che mi viene sempre in mente ogni volta che si cita questo famoso soprano. Sono interessata alla musica e al belcanto per una certa sensibilità d’orecchio e per lavoro , ma personaggi come Maria Callas e Luciano Pavarotti travalicano per popolarità e per storia personale anche il grande muro che c’è tra i melomani e il resto del mondo tanto che, se della prima sono stati realizzati libri, fiction e film autorevoli, del secondo sarà fatto presto altrettanto ( …a proposito, io avrei il protagonista, vedi il link sopra). Per farmi perdonare questo post un po’ autopromozionale, voglio raccontare un episodio che non è mai stato inserito nella documentazione riguardante il grande soprano. Me lo ha raccontato un’ anziana signora che è stata sua grande amica, quindi ha del plausibile e, comunque, la storia circolava nel foyer e tra i palchi della Scala. Ai tempi più intensi della sua relazione con Onassis, il tycoon che evidentemente amava più la popolarità di Maria che la sua professione, si trovò costretto a presenziare ad una delle grandi prime della sua diva, ronfando nel palco per tutta l’opera. Alla fine, un gruppetto di amici di Maria che non apprezzavano molto questa liaison, gli dissero che come d’uso, doveva recarsi in camerino e complimentarsi con lei per come aveva eseguito l’aria. "Quale aria?" domandò l’armatore; "E lucean le stelle" gli dissero quelli malignamente. Preceduto da una corbeille infinita, il greco fece esattamente quello che gli era stato suggerito, complimentandosi soprattutto per come aveva eseguito l’aria che notoriamente appartiene al tenore. Pare che Maria, senza alcun fiato, lo ringraziò sbattendogli la corbeille sulla testa. 

Sposati o gay?

ottobre 2, 2007

Mi chiedevo ieri sera, durante la prima eclatante puntata di "Exit", dedicata ai preti gay ripresi con una telecamera nascosta, se fosse meglio un sacerdote sposato oppure un omo-sacerdote . Se il primo fa discutere, suscita polemiche e sdegno, viene perfino cacciato e scomunicato, il secondo deve essere protetto, in nome della libertà sessuale, della privacy, della tolleranza. Nella trasmissione radiofonica di Gianluca Nicoletti (Melog), si è accennato anche al fatto che è molto tranquillizzante per gli omosessuali mettersi insieme ai preti gay , per gli stessi identici motivi di cui parlavo nel mio post precedente a proposito delle donne che si affidano fiduciose e sognanti al loro parroco…non so dare risposte, mi limito a sottolineare la differenza di trattamento e finalmente credo di capire che cosa intendesse il prete intervistato da Paola Perego quando ha accennato al fatto che al momento di prendere i voti gli avevano fatto capire qualcosa che non ha detto e che la conduttrice non è stata abbastanza svelta a tirargli fuori. Amen

Donne che amano i preti

ottobre 1, 2007

Saranno in molti, oggi, dalla parte di Padre Ralph, il prete che innamorato di Maggie scelse opportunamente la Chiesa e soprattutto la carriera ecclesiastica (che oltre tutto non gli impedì di ricongiungersi con la sua amata poco prima di dover render conto al suo Superiore). Saranno in molti a discutere le dichiarazioni e le intenzioni del prete che nel salotto di Paola Perego sembra aver intrapreso la strada della disubbidienza. Il mio parere è come quello di molti: sarebbe meglio che i sacerdoti si sposassero per moltissimi motivi che lascio ad altri elencare se non riescono a tener fede al loro giuramento di castità (il prete di Buona Domenica ha fatto anche capire che quando prese i voti gli furono prospettate diverse possibilità – o forse alternative – al duro sacrificio che si accingeva ad affrontare…che intendeva?).

Quello di cui si discute assai poco, mentre si riporta come sottofondo qualche passaggio di esempio USA (il solito “Uccelli di rovo”) e italiano ( “La moglie del prete” di Dino Risi, forse con qualche spunto in più di riflessione, ma sempre dalla parte di lui), è il perché alcune donne (non sono poi così poche) s’innamorano del prete.

Salvando la categoria degli intoccabili per motivi di scarsa prestanza fisica e forse perché esisterà anche qualche padre indifferente all’altro sesso, il parroco prestante è per la “pecorella” smarrita (nel senso di smarrimento derivante da buona parte del genere maschile) un richiamo irresistibile.

Egli rappresenta il cavaliere senza macchia  (leggi cattive abitudini), l’uomo che non ti tradisce (si presuppone che dopo una tale trasgressione, specie se publicizzata, non ripeta con altre la stesso “peccato”), il maschio che ha conservato tutte le sue curiosità, le sue forze, i suoi desideri, insomma un vulcano in esplosione. Egli potrebbe essere il marito e il padre ideale, con una buona parte di principi saldi (ha avuto meno tempo per logorarsi)  e soprattutto un partner gentile, delicato, premuroso. Le donne che s’innamorano dei preti (che non sono per nulla “donnacce”) tutto questo lo sanno ed è questo quello che vogliono.