Qualcosa di Hot

agosto 21, 2008

Gshot1 dr. Matlock

Che cosa potranno trovare le signore un po’ lente del pianeta sotto il prossimo albero di Natale? Se il marito ha ancora qualche velleità e sfinito delle solite scuse non è andato a cercare altrove può regalarglielo, se lei moglie, fidanzata, vuole sbalordirlo e trarre il meglio dal dovere coniugale (ma anche se è una che vuole coccolarsi un po’ di più), può farselo regalare (o comprarselo). E’ l’ultima invenzione che arriva dagli Stati Uniti rivolta al piacere femminile. Qualcosa che dovrebbe trasformare in tigre qualsiasi frigidina e risvegliare quelle che pensavano di aver raggiunto ormai la pace dei sensi. Si tratta di una ennesima trovata della chirurgia estetica inventata dal dr David Matlock del Laser Vaginal Rejuvenation Institute di Los Angeles ( e dove sennò?) che mira a intervenire sul famoso punto G facendolo diventare una sorta di pene. L’intervento importato in Italia dall’andrologo e sessuologo Alessandro Littara e dallo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica Gianfranco Bernabei. Pare che duri dai 4 ai 6 mesi, ma in fondo in questo periodo ci sarà pure qualche altra ricorrenza (compleanno, anniversario, festa del papà…etc. per farsi ripetere la donazione) . Più o meno in giro è anche scritto dettagliatamente in che cosa consiste, ma non quanto costa. Littara o Bernabei hanno già dichiarato, a pochi giorni dal brevetto acquisito, di aver ricevuto oltre duecento mail di richieste da ogni ceto sociale e da ogni parte d’Italia. Non poco in questi tempi di recessione.

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agosto 20, 2008

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Auditel au contraire

agosto 19, 2008

Sistema auditel. Famiglie di tutta Italia, selezionate per caratteristiche sociali, economiche, di numero e di età media, praticamente  dovrebbe essere tutto lo spettro della popolazione italiana. Ma quanti sono, dove vivono? Quanti televisori hanno? Chi tra di questi mi rappresenta? Gli pagano almeno il canone? Io non ho mai incontrato una persona che avesse incollato al proprio televisore un apparecchietto in grado di rilevare i suoi movimenti di zapping. Ma questo conta poco, può essere che il mio cerchio di conoscenze sia limitato e soprattutto circoscritto a zone troppo metropolitane. Dalla vita non si può avere tutto.

Quello che mi piacerebbe che accadesse e che si creasse un sistema auditel di spegnimento. Vorrei che qualcuno si inventasse anche questo congegno in modo che il giorno dopo, queste serate d’agosto, mi annunciasse che tutti i programmi, comprese le briciole serali  sulle Olimpiadi (un guazzabuglio, inutili chiacchiere, commenti ridondanti e assonnanti), i promo con la facciona della Clerici, quelli con Pupo, Frizzi, Greggio, i soliti noti ed  ignoti che promettono future meraviglie, ad un certo punto si sono chiusi di colpo.

Il calcolo proporzionale di codesto auditel  potrebbe dilagare sulle città, sulle colline, sulle campagne  e sui monti e forse la televisione cambierebbe. Ma è delirio da febbre…guai ad avere l’influenza nel mese di agosto!

Plagio olimpionico

agosto 9, 2008

  Carnebianca3_2Folding_2

Il gigante contro la montagna. E che montagna! Il gigante è un artista di mia conoscenza Enzo Carnebianca, scultore, pittore e scenografo (che conosco e stimo per la sua arte ed anche per la sua forte personalità), la montagna è rappresentata (niente di meno) che dalle Olimpiadi appena iniziate. In realtà, Carnebianca è da tempo che contesta il coreografo cinese Shen Wei responsabile del grandioso apparato  coreutico dei Giochi perchè – secondo il suo punto di vista – avrebbe creato  la sua fama su un’idea dello scultore italiano del 1975 rappresentando l’opera “Folding” alla Biennale del 2004 (vedi immagine del balletto a colori). Questa vicenda della quale era stata investita anche la Siae,era sfociata in una diffida per plagio , finita in un niente di fatto perchè in Cina non esiste una consociata al Sindacato Italiano Autori Italiani.Ora, poteva, il tosto Carnebianca, lasciarsi sfuggire l’occasione più prossima per tornare sulla questione? “.“Questo signore è anche un cittadino americano, e gli Stati Uniti sono sotto tutela del copyright. Io chiedo alle autorità, italiane e internazionali di essere tutelato – aveva dichiarato l’artista romano all’emittente Romauno alla vigilia dell’inaugurazione dei Giochi Olimpici a Pechino – Ho diffidato il Cio dall’utilizzo delle mie figurazioni. “Il tempo senza tempo” è un’opera nata per l’inaugurazione di una mia mostra a L’Aquila (vedi immagine scultura in alto e in effetti tutta l’opera scultorea e pittorica del Maestro rappresenta immagini identiche a quelle di "Folding"). Paradossalmente – dice ancora Carnebianca – ora potrebbe far parte di un’altra inaugurazione, la cerimonia di apertura delle Olimpiadi”. Pare che anche il Presidente della Siae, l’avvocato Assumma, abbia ripreso in mano il caso, anche se mi sembra che almeno per lo spettacolo d’apertura il coreografo cinese abbia trovato altre ispirazioni. Per consolare il mio caro amico Enzo, ecco il mio pensiero: "Il tempo senza tempo" è del 1975, e le altre tue opere hanno un’impronta inconfondibile del tuo stile, tanto da farne un marchio. Inconfutabilmente, chi arriva primo vince. Poi, essere copiati è pur sempre un grande privilegio. Da che arte è arte, tutti gli artisti si sono ispirati a un grande Maestro". Mi rendo conto, mentre lo scrivo, che la faccenda non consola. Speriamo che Shen Wei gli abbia inviato almeno una lettera di ringraziamento. Senza quella Biennale non sarebbe mai arrivato alla montagna!

L’intervista a Enzo Carnebianca su Romauno tv 

Gossip

agosto 8, 2008

Zuffa tra gran signore a un party della Roma bene alla presenza dell’immancabile compagno Bertinotti, che non si perde una festa e che definisce "amici" quelli di Forza Italia. Insulti e champagne per tutti!  La classe non è acqua. O – come diceva la comica di Zelig Sconsolata – la classe non si sciacqua. E così Marina (stra)Ripa di Meana ne ha fatta un’altra delle sue. Stavolta si è azzuffata a suon di parolacce con un’altra dama, a una delle feste più esclusive tra quelle dei salotti romani, alla presenza dell’immancabile compagno Bertinotti, che ormai non si perde un evento (no Berty, no party). «Cozza!» – «Babbiona!» – «Brutta str…» – «Ma vaff… marchesa dei miei…». Questo lo scambio di cortesie tra le signore. Sul ring da una parte la nostra Ripa di Moana (così ribattezzata da quando ha posato nuda) che la scorsa settimana è stata picchiata dai tunisini in spiaggia, nell’altro angolo niente meno che madama la marchesa Sandra Verusio.

Ad assistere alla scena, oltre all’ex presidente della Camera Fausto e alla sua consorte Lella (che ha lamentato di aver fatto fatica a pagare il mutuo di casa, poverina), c’era anche l’onorevole Cicchitto (FI) e mezza Roma bene, quella che si incrocia solo al tramonto, solo alle feste e solo con il bicchiere in mano. Marina Ripa, infaticabile difensora del colle del Pincio, s’è ritrovata faccia a faccia con il costruttore Cerasi, che proprio lì sta scavando un parking. La signora (stra)Ripa sbotta all’istante: «Lei sta commettendo un crimine contro la cultura, un gesto di volgarità estrema per quattro zozzi soldi», dice indignata al costruttore. Che replica: «Ma stia zitta, si occupi delle sue cose frivole, non capisce nulla». La moglie del signor Cerasi finge di gettare acqua sul fuoco ma rincara la dose: «Lasciala stare, è ubriaca ». Marina: «Sono più che sobria, non bevo mai più di mezzo bicchiere». E via con i vari "cozza" e "vaffa". Nel parapiglia tutti tacciono compresi i Bertinotti (per questo strapazzati da Marina) tranne la marchesa Verusio, salottista di sinistra (definizione che – se fosse vivo – ucciderebbe Marx) che difende il parcheggio multipiano e suggerisce alla padrona di casa di cacciare la sora Marina e che di conseguenza si becca da questa un bell’insultone al volo: «Povera str… Ma vaff… marchesa dei miei… ».

A questo punto la Ripa, non paga, se la prende con i compagni di lotta e salotto, cioè i Bertinotti: «Quello che mi meraviglia è che nessuno ha avuto il coraggio di aprire bocca su tale criminale sventramento del Pincio!». E va detto che visto che al primo scavo sono emersi dei resti romani di enorme valore, la signora stavolta non ha torto. Chiamato in causa, Fausto "Cachemire" Bertinotti schiva la bordata: «Di cose che riguardano la società civile si parla nei luoghi deputati, qui siamo in un salotto dove ci si deve comportare secondo leggerezza, parlare del più e del meno, conversare con gli amici». Ma da quando quelli di Rifondazione frequentano quelli di Forza Italia e li chiamano amici? Mah… Raggiunta al telefono, Marina Ripa di Meana è ancora scottata: «La sola che ha espresso una parola in mia difesa – racconta – è stata la moglie di Fabrizio Cicchitto. Gli altri borbottavano che la Verusio non si meritava quelle parolacce». Imbarazzata per la piega “pescivendola” della seratina, la sora Lella Bertinotti dà uno sguardo all’orologio: «Sono le undici e trenta, Fausto, andiamo a casa». Ma la lotta di classe non era un’altra cosa? (Libero News- Life style))

Tutta una questione di soldi quella tra Mediaset e YouTube il sito di condivisione di Google. Il crescente successo, l’utilizzazione e soprattutto la diffusione del secondo ha fatto vibrare di speme il primo. Se qualcuno vuole scaricare i programmi dal sito di Mediaset  paga, nel secondo grande contenitore si prende e si dà gratis. Perché quello che si vede di Mediaset su YouTube dovrebbe girare senza alcun profitto per l’azienda ? Si sono chiesti gli esperti di casa Cologno Monzese, tuonando “315mila giorni persi !” facendo un calcolo su i contatti (come se fossero spettatori). Secondo le motivazioni, i visitatori di YouTube sarebbero un loro potenziale pubblico che invece che frequentare i loro canali e vedere le relative trasmissioni, vengono sottratti dal bacino di utenza e indirizzati verso lavori (4.642 filmati) realizzati con materiali di scarto e di risulta (presi da dove?). In realtà, belli o brutti, questi video, spesso arricchiti con fantasia (colonne sonore, titoli, effetti) diventano un prodotto a sé, oserei dire “un’opera del proprio ingegno” , equiparabile perfino a una critica televisiva (quindi con documentazione d’immagini visto che si tratta di un video). Poi, ha detto bene, Gianluca Nicoletti, chi frequenta YouTube frequenta YouTube. E’ un pubblico (se si può chiamare così) che indirizza i suoi interessi soltanto a quella forma di comunicazione e difficilmente si mette davanti alla tv. Fino a due/tre giorni fa a Mediaset tuonavano: Vogliamo essere risarciti per 500 milioni di euro per l’illecita diffusione e lo sfruttamento commerciale di file audiovisivi di nostra proprietà. Mediaset ha infatti chiesto, oltre al risarcimento per "danno emergente", anche quello per "perdite subite" relativamente alla mancata vendita di spazi pubblicitari sui programmi diffusi in rete. Oggi leggo che i titoli di borsa relativi all’azienda da un picco raggiunto subito dopo la citazione, risultano a distanza di poche ore scesi di un bel po’. Che gli abbia fatto male la sortita?  Ma alla fine i colossi si metteranno d’accordo, come sempre succede. C’è solo da augurarsi che pensino anche agli autori dei video in questione. Hanno diritto anche loro ad un profitto, dalla pubblicità già applicata dai contendenti attraverso i loro vari meccanismi, oltre che di un pagamento per quella che loro stessi fanno a tutti e due.

Aldo Grasso si chiede di "Blob", "Striscia la notizia" e di altre trasmissioni che usano materiali copyrighting. Liberi tutti oppure no?