Aguzzare l’ingegno

novembre 19, 2010

Il Piccolo Lirico di Roma sperimenta e rappresenta le grandi opere adattandole e riducendole in una versione agile ed innovativa, favorendo l’uso di piccoli spazi e in un sol colpo: la diminuzione dei costi, di attori e di musicisti in una sintesi, figlia di questi tempi affrettati, in cui “la lirica esce dai teatri immensi e riconquista l’intimità dei piccoli teatri”.

Tool 
 
Il principio fondamentale del progetto è quello che lo spettacolo, per utilizzare il linguaggio dell’' informatica, deve essere user- friendly: amico nei confronti dello spettatore. Una formula utilizzata dal pluridecorato e costosissimo Festival di Bregenz, tra Austria e Svizzera, dove in forma diversa ed abbreviata alcune opere meno popolari sono rappresentate con la durata di due ore. Al Piccolo Lirico Teatro Flaiano si va oltre: per la prima volta si applica la ricerca e la sperimentazione alla grande lirica , in continua evoluzione, specchio di un linguaggio attuale, di nuove sensibilità, e di aspirazione ad un’ottimizzazione che coniuga la tradizione con le più avanzate risorse tecnologiche.

 Nel progetto della Piccola Lirica, il melodramma, pur nel rispetto della tradizione, va in scena come un prezioso condensato di opera lirica, spettacolo teatrale, concertato di voci e di musica. I cantanti sono scelti tra i migliori giovani professionisti. Le scenografie sono lussuosamente virtuali grazie a proiezioni computerizzate e integrate con filmati con un'innovazione ulteriore riguardante la parte musicale eseguita dalla Synth Lyric Orchestra con pianisti esecutori dei sistemi midi che attraverso l'alta tecnologia digitale audio e ai sistemi informatici midi opportunamente programmati, riproducono i suoni di un organico di 60-70 elementi.

L'operazione ha interessato Suguru Agata, segretario generale del Japan Electronic Keyboard Society che ha programmato il suo viaggio in Italia per visionare di persona i risultati ottenuti permettendo l'inserimento del Piccolo Lirico tra i teatri che applicano l'alta tecnologia alla musica classica ed operistica censiti dall' Open Research Center Project dell'università della Musica di Showa. La maggiore televisione giapponese ha realizzato uno special di un'ora sul progetto e l'opera Tosca di G. Puccini (programmata per oltre 500 repliche con continui nuovi allestimenti), che è stato trampolino di lancio internazionale di cantanti come Amarilli Nizza, Giorgia e Raffaella Milanesi, ora impegnate nei maggiori teatri lirici del mondo.

Ne hanno parlato il New York Times, The International Herald Tribune, The Independent, La Tempestad, Expension Entorno, Actual e vari giornali tedeschi e giapponesi, così come si rinnova ad ogni debutto l'interesse della stampa italiana. Le rappresentazioni del Piccolo Lirico sono state invitate al Korean Chamber Opera Festival e all'Expo di Shangai come uniche rappresentazioni operistiche presenti.

 

Rottamazione

novembre 11, 2010

Mannequin 
Ci vorrebbero cento – mille Matteo Renzi perchè uno sbadiglio non ci seppellisca tutti. La rottamazione si dovrebbe praticare in politica come in televisione, nel cinema e nella nostra vita.

Rottamiamo i grandi fratelli, le grandi sorelle, gli anchormen e quelli che fingono di scoprire l' X-factor. Rottamiamo i salotti televisivi sempre uguali a se stessi, le copie delle copie, gli insulti, i gossip, gli attori e i cantanti ancora attaccati al sipario e ormai fuori garanzia; i plagiatori e gli opinionisti di lungo corso; rottamiamo anche le carrozzelle che chiedono agli stranieri 600 euro per un giretto in città, i furbetti che guidano i taxi, i ristoratori che ti rifilano gli avanzi e chi ti passa avanti alle file della posta. Rottamiamo i maghi e i finti guaritori. I prodotti che ti promettono la resurrezione dopo una spalmata di succo d'ostriche così come gli squartatori di volti umani gonfiati con la plastica. Rottamazione pure per i pettegoli, gli invidiosi, i sessuomani, le escort e le casalinghe frustrate. Rottamiamo la pubblicità, le merendine, i farmaci… E' facile, e non costa nulla. Rottamiamo tutto e rottamiamoci, altrimenti non sarà solo uno sbadiglio a seppellirci.

Tassa turisti

giugno 3, 2010

 

 
  
Va bene grattare la botte per rimediare un po' di grana, ma la tassa turisti proprio no. Ancora peggio responsabilizzarli di essere “uno dei motivi dello squilibrio di bilancio della cassa capitolina” perché tocca svuotare qualche cassonetto e raccogliere qualche custodia di gelato di cui non è detto siano proprietari. Ancora peggio basare l'entità del balzello a seconda se scendono in un albergo a 5 stelle oppure in un ostello. Ancora peggio far la figura di chi è ridotto al punto di aver bisogno dell'obolo di chi rappresenta una risorsa tanto importante per la nostra economia. Pensate a Goethe, Gaspar van Wittel, Rudolf Wiegmann  e a tutti quei grandi artisti viaggiatori che con una prosa o una pittura hanno immortalato le nostre città e dintorni, ma anche agli sguardi trasognati dei turisti moderni che alzano occhi sognanti sul Pantheon, sui Fori Imperiali o su Castel Sant'Angelo come noi non riusciamo a fare… Questi turisti, questi pellegrini o grandi viaggiatori che siano, meriterebbero piuttosto uno sconto per farsi turlupinare da posteggiatori, ristoratori, falsi centurioni, falsi taxisti, falsi rivenditori di marchi falsi e via dicendo. Dategli piuttosto un incentivo perché continuino a visitare questa città ingrata.

Enigma Rai

Maggio 22, 2010

Michele Santoro parlerà dopo la firma del contratto con la Rai, contratto che curerà Lucio Presta, l'agente della Ventura, della Clerici e di Bonolis, nonché compagno di Paola Perego, la quale ha lasciato Mediaset per entrare a Rai 2. Gatta ci cova.

Michele Santoro esce dal portone con una bella manciata di milioni per (non) lasciare la Rai e rientrare dalla finestra con un contratto da collaboratore esterno, sempre trattato dal suo agente Presta, che non lo lascerà di certo a bocca asciutta.

Michele Santoro lascia al palo i suoi fedelissimi Travaglio, Ruotolo, Vauro e una manciata di ospiti ricorrenti assai utili alla sceneggiatura.
Vige il silenzio amico per un futuro ancora insieme.

Michele Santoro, previo intascamento del tesoretto, dice di aver trovato il modo per togliersi dalle scatole. Bel modo di togliersi dalla scatole. C'è qualcuno che tratta pure per me?
Strategia sembra premeditata in quanto non se ne sentiva l'urgenza. Dall'inizio della stagione ogni puntata del programma sembrava l'ultima, ma avrebbe potuto esserci anche una versione estiva.

Nel progetto, studiato a tavolino, si lancia l'appello “Chi mi ama mi segua”, “Se vogliono che resti, resto” e via dicendo. Si gioca d'azzardo con il pericolo di perdere la partita, ma forse no, visto che chi l'ha studiato, ha messo in conto la mossa. E' una questione di prezzo, se il pubblico chiama, la posta in gioco sale. Io che di puntata non ne perdevo una, non partecipo.

Michele Santoro ha sparato contro tutti e contro tutto per dimostrare la sua imparzialità e salvare la faccia. Un'imparzialità che onestamente difficilmente traspariva dalla sua trasmissione, anche se….
nelle ultime due puntate, Michele Santoro sembrava più morbido e sornione, qualche tempo prima aveva anche ingaggiato una polemica con il fido Travaglio, rimasto lì al suo posto. Dovevamo già capirlo.

I suoi fans si affannano nella difesa: un bravo giornalista si merita i soldi che gli danno, anche se i soldi sono davvero tanti ed è inutile tirar fuori la storia di chi con mille euros deve arrivare alla fine del mese. Non facciamo demagogia! Libertà di stampa, libertà di parola (a me non sembrava che qualcuno gliela avesse tolta, ma conta l'effetto!) E via…mettiamoci tutto:

Maria Luisa Busi cavalca la tigre e s'accorge che, schiacciata da un’informazione di parte, non può restare più al TG1, rifiuta di scendere lo scalino dal telegiornale delle 20 a quello delle 13 ed entra da eroina al TG3. Giusta collocazione. Da sempre in RAI ci si entra con l'etichetta, ora i giornalisti
possono trovare da soli la giusta collocazione. Una volta entrati.

Voglio farla breve e non commento la réntree di Marrazzo in RAI. Tutto fa brodo. Sennò mi dicono moralista e poi finiamo per parlare di canone: questa è pura demagogia.

Anna Magnani chi?

Maggio 15, 2010

Folta scolaresca di 75 ragazzini di 12-13 anni, rumorosi, accessoriati, tecnologicamente armati e bagno dipendenti. Sto descrivendo gli alunni di una scuola media di Pescara ai quali i loro insegnanti hanno imposto un tour romano sulle tracce di Ennio Flaiano in occasione del suo centenario: Via Veneto, Caffé Greco e  soprattutto una visita accurata al teatro che nel centro storico porta il suo nome. Gli insegnanti di Pescara volevano giustamente esaltare la figura intellettuale di uno dei loro principali eroi, dopo D'Annunzio. Perciò ho accolto l'accaldata e sfranta banda di ragazzini nel nostro teatro, preparandomi perbenino qualcosa da raccontare. E ce n'erano cose da raccontare…proprio qui Flaiano inventò il "Teatro tascabile", si incontrava con gli amici, consumava vino e formaggi nella cantina sottostante.  Ero piuttosto imbarazzata nel mio ruolo di narratrice non solo per quello schizzar per bagni dei poveri fanciulli, ma anche per il timore di essere un  po' ripetitiva: quei ragazzini erano stati sicuramente preparati a dovere!

Poichè li vedevo distratti a darsi pizzicotti, scambiarsi sms occupando tutte le dieci dita, e a guardarmi con una certa aria attonita,  dopo aver accennato alla lettera sublime della signora Rosetta al marito a proposito della loro figlia, ho deciso di diventare più leggera facendo i nomi di chi Flaiano conosceva bene e incontrava in quel luogo. Nomi facili per tutti… "Aldo Fabrizi, sapete chi è, no?": silenzio tombale ed espressione tipo "chi è costui", "chi l'ha mai sento", "chissenefrega". Provo ancora: "Anna Magnani, che abitava proprio davanti a questo teatro!": I fanciulli si scambiano occhiate furtive e le labbra mute dicono "Anna Magnani Chi?". Sto per irritarmi e provo con un personaggio un po' più vicino: "Vittorio Gassman! Flaiano provò qui la versione teatrale di "Un marziano a Roma" prima che diventasse un film!". Dalla prima  alla decima fila cala un ombra lunga quanto la platea quando un ragazzino da primo banco alza un dito. Ah finalmente qualcuno conosce qualcuno. "E' il padre di Alessandro!" ci spiega soddisfatto.

Che dire? Dopo è finita davvero in caciara e il busto di Flaiano è stato fotografato con berretto Dragon Ball GT in testa e un Ipod al collo.

 

Cleopatra 

ROMA SPARITA

Sarà leggenda? Il luogo si chiama proprio così: "Orti di Cesare" e i trasteverini raccontano che quello spazio dalle parti di casa mia ha qualcosa a che fare con il noto console romano (leggenda plausibile perchè la sua villa e i suoi possedimenti arrivavano fino al Gianicolo) . Al di là di un  solenne muro grigio, a fianco della stazione di Trastevere,  attestante una lontana presenza di fortezza,  una casupola diroccata a margine di un piccolo giardino intitolato al più famoso  burattinaio romano dell' Ottocento, Ghetanaccio, fa da tappo al luogo dove – si racconta –  avvenivano gli incontri segreti di Cesare e Cleopatra, prima che questa si trasferisse in pompa magna nella grande magione. Lungo le mura che cingono il luogo di siffatta storia, alcuni banchi di vari generi formavano il mercato rionale, trionfalmente introdotto dal sempreverde "maritozzaro" di via Ettore Rolli, luogo di scorribande notturne post discoteca.

Ebbene, le ruspe, "maritozzi" a parte, hanno spazzato tutto, dopo aver scavato in cerca di reperti, caricate alcuni resti di colonne, identificate come semplici sostegni, transennato il luogo,sbarrato le strade di accesso della strada limitrofa, trasferito sul lungotevere il prezioso mercatino e bollato (ufficiosamente) il luogo come "privo di interesse storico e archeologico".  Da molti mesi, interrotto a tratti dagli esposti degli abitanti che subiscono scossoni e mangiano polvere,  un privato lavora top-secret per creare alcuni box auto nella parte inferiore, mentre, nella parte più alta si vocifera sul progetto di un albergo. Al diavolo Cesare e Cleopatra e  detronizzato il povero Ghetanaccio, la privatizzazione traffica spedita. Il peggio è  che, sradicati  gli alberi, sul  giardinetto del burattinaio – sia pure oltraggiato da presenze inquietanti in passato – si hanno dubbi di rinascita come unico luogo di respiro per i bambini della zona.  Dopo il trasferimento del Museo del Cinema, l'innalzamento di un paio di mega edifici e la costruzione di u n MacDonald, alla mia zona resta soltanto l'orribile fontana Anni '60, putrida di escrementi al centro di Porta Portese.

Orti

Partendo dalle incongruenze del Festival di Sanremo,stazionando su  Amici, sorvolando l'Isola, passando per Pomeriggio 5 e oltrapassando il Grande Fratello, senza per questo saltare altre tappe di reality più o meno reality, si parla di tivù anche alla tivù più sofisticata. Il  guru della comunicazione a tutto tondo Gianluca Nicoletti, con il suo solito modo disincantato non sputa sul piatto ma riflette sulle pietanze (come dargli torto sui bimbi con vocione da tenore che cantano O sole mio ad una bella regina piuttosto basita?) – ammettendo che il pasto gli serve per vivere. Rostagno ci mette la faccia per fare l'antipatico intelligente e condisce con  ferocia calma il menù. Enrico Vaime mostra iniziale indifferenza ma prende per vero quel che gli garba (il lancio di spartiti ad esempio), annunciando un banchetto nostalgico (Memorie dal bianco e nero) sulla mensa di  Maurizio Costanzo (a quale ristorante? A quello della Rete Ammiraglia che lo userà come digestivo dopo una "salsa" con le stelle) . Qualcuno, dopo aver tracciato un profilo entusiasta sulla versione paciosa della Grande Conduttrice, della quale non ha perso una mossa, salva capra e cavoli, e passa allo scompartimento della terza età che tutto inghiotte e digerisce in barba al colesterolo e che se non fosse stata presa dall'abbiocco – illuminante considerazione -  avrebbe continuato a votare (da telefono fisso perchè non sa  usare la messaggistica) facendo vincere la compunta precisazione del bel principino (Italia, amore mio). Impiegando in tempo di "par condicio" una brava giornalista alla cattura maliziosa della
provocazione,  anche la 7 dedica una puntata "omnibus" alla televisione, che ci rappresenta. Anzi che rappresenta quello che vorremmo essere (?): cantanti, ballerini, escort, transessuali e opinionisti meglio se "incazzosi", maleducati, parolacciai e disinibiti. Se vale la teoria che a noi piace ingozzarci di tutto ciò, prepariamoci ad una colossale indigestione perchè l'abbuffata continua.

Il Dr Jekill della tv

febbraio 8, 2010

Dr Jekill o Mister Hide? Gianluca Nicoletti è tutti e due. Il più formidabile osservatore della nostrana tivù torna a tracciare con il suo inconfondibile stile fulmineo le contraddizioni del piccolo schermo: quello che ci passa il convento. E lo fa magistralmente con la sua striscia quotidiana su Italia Uno (onore all'emittente!) . Saltellando tra la Vita in Diretta di Sposini con tanto di neonato in diretta che dice ciao prima al pubblico che alla sua mamma, Ballando con le stelle con il principe Emanuele Filiberto in coppia con sua moglie (per fortuna che c'è la tv ad allacciarli in un abbraccio tra pannolini, pappe e incombenze quotidiane!), Pomeriggio Cinque con l'astuta Barbara D'Urso che si compiace davanti al mazzo di fiori di Sgarbi che altre volte l'aveva gratificata con ben altri mazzi), Vladimir Luxuria che insidia lo scettro del sexy style alla Ventura e via dicendo. Il tutto a braccio, nascosto dal suo avatar in siluette (bella la sigla degli stacchi), radiofonicamente suggestivo, legando gli argomenti per intelligenza, considerazioni, sillogismi, intenzioni. Si espone il dottor Nicoletti più di quanto abbia fatto Mr Hide! Più di una critica, più di un commento sulla carta stampata o in video, perchè induce noi con le sue rapide chiuse a riflettere e a farcene una ragione di questa tanto amata e tanto odiata tivù.

via giannavolpi.blog.lastampa.it

Lapide

Può capitare navigando nelle dense
acque del web di imbatterti su ogni tipo di galleggiante. Dal
minaccioso triplo pancione di una tizia che non ha ancora provato le
pillole tre per tre, all'insegna dell'ennesimo saloon per donne sole.
Sempre più spesso affiorano in superficie pile di fiches gialle e
roulettes rosso nere, la cartella di un cartaevinci che al primo
strofinamento  di mouse ti mostra un montepremi che non ti apparterrà mai
neppure se ti iscrivi, invii credenziali e soprattutto un po'
d'argent. Capita di imbatterti in una marea di abdul e mussak (o
qualcosa di simile in tutte le lingue disponibili )se apri
incautamente la tua posta che ti propongono trasferimenti di capitali
sul tuo conto corrente e quasi giornalmente ti balza in primo piano
una fiammante BMW, tutta tua se sei disposta a partecipare a una
riffa a pagamento o a sborsare l'intero importo del suo supervalore.
Capita questo e molto di più. Messaggi senza parole nascosti dietro
pupazzetti flash, fiorellini virtuali, dolcetti e scherzetti, e
infantili suonerie demenziali. C'è di tutto e di più. Di tutto e di
peggio. Ma il massimo sfregio alla mia privacy, mentre navigavo
solitaria sull'apparente calma di un notiziario ,tra l'ultimo articolo
sull' esponente della nostra politica accusato di andare a braccetto
con il più rissoso del gruppo e i brani perfidamente stracciati
dalla hot-story di un'escort disperata, l'ha fatto oggi un lugubre
giochetto firmato Tokito, un trademark della Tekka ( una società
specializzata nei settori del web marketing e dell'advertising
online), apparso sulla destra: una lapide in flash che come una
trista sirena lampeggia: vuoi conoscere quanto ti manca?
Basta comunicare al Caronte di turno il tuo nome e poi successivamente la
data di nascita e quindi il nome del tuo provider di telefonia
mobile, arrivando chissà dove per beccarti a pagamento una mucca
carolina che muggisce un richiamo, oppure chissà quale altra
offerta a pagamento. Un bel pezzo di m…a che galleggia sul mare
internettiano, affiliato come annuncio al più grande portale di
questo nostro triste navigar.

Miss_Cicciona_1121246
Potrebbe diventare un
format, per ora è una sorta di agenzia specializzata in veneri e
adoni, con pretese di qualità, qualcosa di non politicamente
corretto eppure di decisamente onesto (come asserisce il suo
slogan). Di Beautiful People prima sapevo soltanto della canzone di
Marilyn Manson che, tuttavia, non è stato chiamato a fare da
testimonial visto che non sarebbe stato ritenuto idoneo a
corrispondere ai canoni estetici richiesti. Ora esplode questo social
network, attivo in ben 190 paesi, rimbalzato agli onori della cronaca
perchè dopo le feste natalizie ha espulso 5mila iscritti (la
maggior parte negli Stati Uniti, seguiti da Inghilterra e Canada) rei
di essersi fatta una mangiata di troppo, compromettendo di qualche
oncia il loro peso forma. Si, perchè il network (ariano) vuole tra
i suoi 550.000 iscritti soltanto persone bellissime, perfette dalle unghie
dei piedi all'ultimo capello, in grado di saper salvaguardare i doni
a loro elargiti da madre natura, che vigilino non solo su qualsiasi
attentato alla loro perfezione, ma anche sull'intrusione di brutti
anatroccoli nel loro preziosissimo club, così da avere la certezza
di conoscere e frequentare soltanto partner parimenti dotati e fare
bella figura negli eventi esclusivi proposti dal sito stesso che è
anche un'agenzia di collocamento per modelli e attori. Per entrare
nell'esercito della beltà occorre sottoporsi al giudizio degli
iscritti dell'altro sesso, che avviene entro 48 ore dopo
l'iscrizione. Solo una sentenza unanime (e necessariamente omologata)
consente il trionfale accesso. Attenzione però, perchè ogni membro
nuovo o vecchio è costantemente monitorato e guai superare la taglia
o lasciarsi andare a qualsiasi piccola domestica sciatteria. Il sito
offre tutto ciò che occorre per chattare, messaggiare, video
mostrarsi e discutere in forum su argomenti che possiamo immaginare.
Chi pecca di gola è fuori, salvo essere riammesso dopo una convinta
espiazione. Gli organizzatori fanno capire che è per il bene di
quanti sottovalutano l'importanza della salute e della bellezza. Che
fosse un utile servizio sociale?