Da Starmind, la mia isola nella
South SL (una sorta di Little Italy più colorata dalla natura che dagli uomini), i miei amici e collaboratori (ed anche qualche parente acquisito, in
quanto ho fatto da madrina ad un pargolo) mi hanno comunicato di essere molto
preoccupati  dal fatto che l’inesauribile
Gianluca Nicoletti abbia iniziato ad indagare su SL (Second Life). Poiché in
quell’isola meravigliosa sono il  caporedattore
di un giornale locale e di un’emittente televisiva piuttosto speciale (senza “reality”,
senza quiz, senza buone e cattive domeniche…) la faccenda inquieta anche me. Anche
se penso e l’ho detto anche ai miei redattori, i nostri articoli e programmi
sono molto diversi da quanto gli utenti della FL (First Life) sembrano
apprezzare.

Quello che mi preoccupa di più,
in realtà, non è tanto la possibilità di recensioni da parte del famoso critico,
quanto il fatto che , avendo reso pubblico l’altro mondo di cui sono autorevole
membro della comunità italiana, avremo presto l’invasione di immobiliaristi,
furbetti del quartierino, procacciatori di croate e rumene, spacciatori e
rivenditori di finte borsette e bene che vada ci toccherà l’invasione di
depressi e delusi dalle sedute psicanalitiche o dai psicofarmaci. 

Toccherà vigilare, emettere leggi
severe, creare partiti, schierare le forze dell’ordine?

E pensare che da quando avevo 16
anni e prima di andare a dormire mi facevo le mie sceneggiature mentali, questa
era la prima volta che mi sentivo felice e sicura!

Mi fido di te

febbraio 5, 2007

Non mi ha sortito lo stesso effetto della sua critica al "Grande Fratello" l’intervento di Antonella, l’ascoltatrice non vedente che Gianluca Nicoletti  ha chiamato a commentare la trasmissione sui cani di Frizzi. Si, è vero, in alcuni punti "Mi fido di te", un salottino dove i personaggi vanno con i loro cani a raccontarne le gesta per poi prendersi un premietto, è costruito, ma quale programma non lo è? Antonella ha liquidato la faccenda piuttosto freddamente per quanto riguarda queste creature meravigliose che sono i nostri cani e mi aspettavo che Gianluca Nicoletti le facesse chiarire meglio il concetto. Saranno falsi i "vip" e saranno false le loro storie. Il povero cagnolone smarrito e pure malato che fa piangere la bimba ignara del suo destino è un pezzo da telenovela, ma la colpa è della pessima prestazione attoriale della sua padrona: i cani veramente si perdono e la loro assenza fa veramente soffrire chi li ama. Scontato  e deja vu era anche quel parlar da cani con le vocine adeguate: la barboncina con l’erre francese, il cane trasteverino con voce da coatto, ma alla fine, la trasmissione è piaciuta : ai bambini e a quanti hanno una bestiola in casa.Non si può mettere in dubbio lo sguardo d’attesa fiduciosa e incondizionata  di un cane verso il suo padrone, nè quel momento di cedimento di quest’ ultimo – sia pure facente parte del vippaio – verso il suo compagno. Il mio Puck (in alto a sinistra mi ha molto consolato e riceve da me un impegno vero e costante. A volte gli faccio degli scherzi, pretendo qualche reazione umana, ma è lungo ora dirvi il perchè). Mi è sembrato questo un raro momento di sincerità…televisiva. Un piccolo, innocuo, riscatto al pomeriggio inaudito condotto da Paola Perego.

Il Fatto

febbraio 1, 2007

Nei panni di quei giornalisti e
giornaliste che recentemente (“CHI” dieci giorni fa, “A” come “Anna”in edicola)
hanno ampiamente commentando con foto di famiglia la felice condizione di “nonnetto”
e marito contento in cui si trova Silvio Berlusconi, oggi mi sentirei molto in
imbarazzo. Il vero “scoop” non lo hanno fatto loro, ma la dispettosa Veronica
Lario. I giornalisti e direttori di cui sopra, comunque, non si arrendono all’evidenza
e già poche ore dopo il “fatto” imperversano su trasmissioni
televisive, improntante all’istante per stare sulla notizia. Soprattutto l’amica dichiarata della coppia, o della metà della stessa (alla quale le altre colleghe del parterre lanciano occhiate invidiose) che fa intendere e non
intendere, dice tutto e dice niente sul suo giornale e in volumi di facile lettura. Altri intervistati, desiderosi di cavalcare l’onda, fanno dichiarazioni altrettanto disinformanti, come la direttora di "Donna e Diva", oppure l’elzevirina de La Repubblica. Questa è la prova di come su un servizio
fotografico si costruisca un romanzo, come la fama si costruisca su qualche
invito a cena.

La questione in questione è ampiamente
approfondita da altri (più o meno a seconda dei gradi di maschilismo o
femminismo che si sono iniettati). Ma tra le tante pagine sprecate, qualcuno riesce a "barlumare" un briciolo di verità (fuoco, fuochino, scopritelo da soli). Dal mio punto di vista, la faccenda dovrebbe
concludersi con un niente di fatto, per il bene degli stessi protagonisti di
cui uno – il più simpatico, senza dubbio- vuole sicuramente salvare il proprio matrimonio, l’altro – come dice
Vittorio Feltri (evviva lui!) – il “patrimonio”.