Dubbio facebookiano

febbraio 16, 2009

Gianna2okokok Sarà la mia natura inquieta, ma dopo due mesi d’iscrizione, la noia cala come un ombra e sfuma il luminoso facebookiano mio sito. Urge un bilancio "urgente". 350 amici (sono un po’ scarsetta al confronto di altri), di cui circa 200 appartenenti al mio gruppo di frequentazione  del passato (felice di averli ritrovati, come un cagnolino che scodinzola e nessuno se lo fila) e una decina gli amici di oggi. Dei restanti acquisiti, da cui però ho ricevuto i ringraziamenti per l’add (a volte solo quelli),  ne salvo 5. Sono le persone che, più o meno frequentemente, hanno  commentato i miei stati e che rispondono quando commento il loro (pur se la sostanza spesso si ferma a qualcosa tipo “buongiorno e buonasera”). Notando da parte loro un certo senso di noia e di discontinuità  (ma d’altronde, perché costringerli al lavoro? Basta già quello che hanno. E li capisco pure…visto l’impegno che ci vuole). Salvo anche i molti gruppi teatrali e musicali perché sono stati da me scelti e di cui mi sento in qualche modo responsabilizzata a seguirne l’attività e un paio di artisti che ammiro e che gentilmente informano (globalmente) dove, come e quando avverrà la loro prossima esibizione. Terrò le mie iscrizioni a cosa ci vuoi fare se sei nata donna e capisci tutto più velocemente di loro, Giù le mani dai Bronzi di Riace , Il Quirino…per noiiii, , non sei un attore se…, Quelli che manderebbero i tronisti di Uomini e Donne a zappare, Se Facebook non cancella i gruppi pro-Rina, io mi cancello!, Bagnacavallo al cinema, MIGRANTI – ogni Essere Umano cammini libero su tutto il Pianeta (non  mi si chieda il perché). Cancello i vip muti (registi, attori, politici…entità misteriose a cui diligenti uffici stampa hanno consigliato di aprire un loro spazio sul socialnet più famoso del momento)) che non rispondono mai, ma accumulano iscrizioni e fan e mi tengo 5 o sei giornalisti /opinionisti/scrittori che leggo e ascolto altrove, da sempre. Ho dei dubbi se cancellare tutti gli annoiati, che non avendo altro da fare, mi inviano (non in esclusiva) fiori virtuali, cuorici, incitazioni a partecipare a qualche quiz attraverso i quali dovrei stabilire se sono “una vera femmina”, “elegante come Audrey Hepburn” o pericolosa come “Lucrezia Borgia”, in fondo uno sforzo lo fanno (anche se non capisco il turco).  Ma a chi conviene questa ammucchiata virtuale? Non certamente a chi vuole esprimere  idee non sempre condivise oppure, addirittura contrastate. C’è da dire che la mancanza di anonimato e il libero arbitrio su chi tenere in lista e chi cancellare limita l’insulto e questo è già qualcosa, anche se tutto questa esposizione di gentilezza  non smuove proprio niente.  In sostanza, il socialnet è un luogo dove si può pubblicizzare le opere del proprio ingegno, presso un pubblico di possibili fruitori (pubblicità mirata che comporta un certo impegno), leggere le rare note di pochi, anzi pochissimi che hanno qualcosa da dire, commentare stati come “adesso chiudo e vado a farmi una frittata” con “ed io due uova alla coque” oppure “sono stanco…stasera nanna” con “sogni d’oro”. I momenti più fecondi sono le Feste. Tutti a farsi gli auguri, eccezionalmente, vip compresi che però – per far prima – pubblicano in bacheca “Ringrazio tutti gli amici che mi hanno fatto gli auguri”. Ma vale la pena che mi faccia un carnet di 5mila amici (pare che sia questo il maggior traguardo da raggiungere) solo per questo?

webmonaca

febbraio 11, 2009


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Suor_noemi
“La vostra creatività deve trovare strade nuove per la sfida
vocazionale, che deve evolversi di pari passo con la
società…navigate su internet e scrivete sui blog” , disse tempo
fa  il Cardinal Ruini a centinaia di suore riunite in un convegno.
Esortazione che deve aver fatto sorridere più di una suorina già
praticante dell’arte del blogger.  Il Vaticano ha steso un accordo
con Google ed ha aperto un canale dedicato alle suore di clausura su
Youtube; un teologo, Antonio Rungi, religioso passionista, vulcanico
creatore di "moderne" iniziative religiose l’anno scorso ha
addirittura lanciato su internet un concorso per incoronare la suora
piu’ bella d’Italia. Non è andato oltre il lancio perchè è stato
subito stoppato.
Le suore clarisse di Gubbio  per combattere la
crisi delle vocazioni religiose nella societa’ moderna hanno pensato
di usare i mezzi che la stessa modernita’ mette a disposizione,
lanciandosi  alla ricerca di novizie su Internet, pubblicizzando
l’iniziativa con un depliant distribuito  nei locali pubblici e nelle
agenzie turistiche e quindi sul loro sito. Forse traendo ispirazione  da un’iniziativa
analoga delle  Sorelle della Misericordia, l’ ordine fondato nel 1831
da Catherine McAuley negli Stati Uniti, che con slogan dinamici come
: “Lascia Madonna, scegli Dio","Se senti che Dio ti
chiama, clicca qui e ti diremo come rispondere". "Stai
cercando una relazione piu’ stretta con Cristo? Sei nel sito giusto",
pare che abbiano aggiunto adepte a migliaia.  Il convento Matris
Domini di Bergamo (suore domenicane contemplative)  è dotato di un
sito visitato da migliaia e migliaia di  persone da tutto il mondo e
addirittura di una webcam.  Se ne occupa un Webmaster, anzi una  "webmonaca”.  Il Cardinale Tonini approva: "I monasteri via
web? Sono espressione del mondo della comunicazione sempre più in
evoluzione e anche le suore di clausura si sono adeguate”.
Contro
la crisi delle vocazioni, anche in Spagna, le monache del monastero
di San Jose’ a Ecija, in provincia di Siviglia, hanno messo su
Youtube un video promozionale, mentre Suor Noemi,41 anni, monaca di
clausura, sul  blog www.monasterocarpineto.it
che ha il compito di  aggiornare settimanalmente, annota: “Il
maltempo fa pensare che non vedremo per parecchi giorni il sole… La
settimana è trascorsa come sempre, abbiamo finito di sistemare
diverse cose… Da mesi il lavoro delle corone non si fa più…-c’è
crisi pure nella preghiera!-, ma continuiamo con la confezione degli
scapolari. E’ tempo di carnevale…”

Riuscirà il mondo di internet a restituire tante buone
intenzioni?

Quanti dubbi Eluana!

febbraio 7, 2009


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“Andiamo avanti”,
“Ce l’abbiamo fatta”, “…potrebbe un ipotesi fare dei figli”.
Possibile che in questo caso diventato ormai nazionale se non
mondiale, la vicenda di Eluana non induca a contare fino a dieci chi
fa queste dichiarazioni e soprattutto a scegliere altre espressioni? Nell’uno o nell’altro caso che vede
coinvolti quanti sono pro e contro la sua morte, parenti stretti e avvocati,
politici e dottori era meglio scegliere il silenzio ( e non ditemi che è colpa dei media). Se,
come ha dichiarato un medico che soccorse in primis la ragazza reduce
dal suo tragico incidente, il padre aveva già dalle prime ore
rivendicato la volontà di staccare la spina, perchè tutto questo
tempo e tutti questi clamori?  C’è
chi dona gli organi dei figli perduti, perchè il signor Englaro non
l’ha potuto fare? E dopo qualche tempo, invece dello  sfoggio di
immagini patinate, non era più convincente far pubblicare due foto
soltanto di questa vittima nello stato precedente e in quello attuale? Perchè lasciarci così, con
il dubbio di un padre che non ha avuto il coraggio di sostenere tale
ingombro e il sospetto  che  le diatribe politiche dell’ultima ora salvaguardino tutti meno che lei?