Lavoro
Schiava del lavoro, amante della fatica, rifugiata nel lavoro, stakanovista segnalata convinta che il lavoro è oasi, forza e libertà… sono workaholic al pari di un’ alcolista!
"Si parla di work-addiction/workaholic quando il lavoro non è più
un’attività, ma una via di fuga da emozioni, responsabilità, intimità
nei confronti degli altri. Un vero e proprio disturbo che si manifesta
con richieste auto-imposte, incapacità di regolare le abitudini
lavorative, esclusione di ogni altra attività…" leggo su un  manualetto di "auto-aiuto" scritto da Gioacchino Lavanko e Anna Milio, publicato da "Astrolabio".
Accidenti nessuno aveva mai tracciato per me un profilo tanto corrispondente.A peggiorare la situazione c’è anche  quel prolungamento all’età
pensionabile (65 anni per le donne) che vedevo come un vantaggio, una
gratificazione, una chance, un vizio con tanto di permesso. Non mi ero neppure posta il  dubbio che ci sarebbe stato  qualcuno disposto a tenersi una 65enne, in un mondo in cui già a 30 sei
fuori dal ogni sfera di interessi.. Come farò? La situazione è gravissima…ho bisogno di un medico. Sono malata!

Ateo-bus

gennaio 13, 2009

Bus «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno». Questo è lo slogan, bianco su blu, che dovrebbe girare per le strade di Genova dal 4 febbraio. E dove è stato affisso? Ma naturalmente su un supporto mobile, ambito dalle aziende che pubblicizzano club esclusivi per le vacanze, jeans e biscottini. «La campagna è una specie di sfida atea in casa di Bagnasco, il capo dei vescovi italiani. – dichiara Raffaele Carcano, segretario generale della Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) promotore dell’iniziativa – dopo le polemiche sul gay pride di Genova, reo di essere stato fissato per il 13 giugno, giorno del Corpus Domini, e dopo le parole di Bagnasco per ostacolare lo svolgimento della manifestazione, dopo le frequenti uscite del cardinale in materia di scienza, diritti, riproduzione, l’Uaar ha deciso di riprendersi un po’ di par condicio. E di fare pubblicità all’incredulità», copiando gli inglesi che hanno già operato: “There’s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life” (”Probabilmente non c’è alcun Dio. Ora smettila di preoccuparti e goditi la vita”). La campagna con un costo di 11.000 sterline è stata finanziata dalla British Humanist Association con 877 sottoscrittori online. A Madrid  l’Associazione di Atei e Liberi pensatori (Amal) ha chiesto all’Impresa municipale dei Trasporti  di acquistare lo spazio pubblicitario integrale su due autobus, per promuovere il messaggio a favore dell’ateismo per due settimane, a partire dal 26 gennaio (per finanziare questo tipo di campagna sono state già raccolti 15.550  euro).  Dio esiste, ma non sei tu ha proposto timidamente un sacerdote come slogan-contromossa. Qualcun altro ha già iniziato a disegnare vignette satiriche. Mi chiedo come andremo a finire se qualcuno si mette a raccogliere i fondi per pubblicità anti-gay oppure anti-Allevi, che su facebook ha raccolto migliaia di detrattori, per il quale mi sento di coniare "rilassatevi, uno su mille ce la fa". E per il padreterno dovrei dire " Rassegnatevi, su 6,666,579,240- attuali abitanti della terra- uno ce l’ha fatta!"