Gita a Erba

gennaio 25, 2007

Partenza alle sette, colazione al sacco, arrivo alle ore 13, pranzo da Mino al Belvedere. Caffè in piazza. Chiacchiere con la gente del posto e alle ore 16 visita – esterna e di lato – alla casa degli orrori. Permesso scattare foto. Partenza al tramonto. Il tutto alla modica cifra di euro 70, pranzo compreso, gita sul lago e souvenir esclusi. Suonerebbe più o meno così l’invito del tour-operator  che ha organizzato la gita a Como direzione Erba per vedere con i propri occhi il luogo dove vivevano Olindo e Rosa, Azouz Marzouk, sua moglie Raffaella, il loro piccolo , Frigerio e la vicina di casa, la signora Cherubini, colpevole soltanto di aver portato fuori il cane ed essere rientrata mentre i coniugi maledetti stavano completando l’opera.
Gita con colazione al sacco anche a Cogne, con la possibilità di fotografare la casa del piccolo che si è trucidato da solo e prima ancora a Novi Ligure a spiare attraverso la siepe la villetta del massacro
in famiglia.
Si discute sul perchè e il percome la gente coltiva la propria curiosità morbosa verso i luoghi e le cose che riguardano i peggiori misfatti italiani. Si scomodano massmediologi e studiosi della psiche che ci spiegano quanto di Sherlock Holmes o del criminologo (o del criminale) è dentro di noi. Io non lo so, ma già negli anni ’50 Ennio Flaiano scriveva pagine indimenticate  come queste:

Come si educa una ragazzina con la lettura  di un fatto di cronaca nera:

 “Perdura il
mistero della donna tagliata a pezzi”.La bambina, attentissima, si è fatta leggere
anche il sottotitolo: “All’esame della Scientifica il baule dove era nascosto il cadavere”. Poi, scesi in cantina, la piccola ha voluto sdraiarsi dentro un vecchio cassettone.

E come si educa un  ragazzino al valore del denaro attraverso la cronaca nera:

Ieri, all’ora dei compiti, abbiamo commentato di quel tale che ha strangolato la ragazza perché non voleva più sposarlo, di quell’altro che ha ucciso la moglie dopo un giorno di matrimonio, di un terzo che l’ha uccisa dopo trent’anni di vita in comune e che poi ha sparato anche a una vicina che si era intromessa. Pare che sotto ci fosse una questione di denaro.“Quanto denaro?” mi ha chiesto mio figlio. Per dargli un’idea del denaro che può giustificare un delitto, ho aperto la cassaforte. Ho messo sul tavolo i contanti e gli ho detto “conta” .Lui ha contato. Trovo il metodo molto educativo.

A proposito delle gite nei luoghi dei delitti:
Lei:“Domenica notte, con Ercole, il mio fidanzato, andiamo al trecentoquarantasettesimo chilometro dell’Aurelia: c’è un incrocio da paura. Chissà che non becchiamo una bella carambola! E la settimana prossima andiamo in gita: contiamo di visitare la casa di Picchioni, il Mostro di
Merola…
Lui: L’ho visitata l’anno scorso. Un poema con tutti quei graffiti: “Picchioni sei
grande!”,“Picchioni, hai fatto bene”,“Viva Picchioni!”;“Lasciate ogni
speranza che Picchioni vi sistema”! Ci sono anche dei veri e propri dialoghi: “Il capitalismo è peggio di Picchioni”, “A morte l’uno e
l’altro”; “Cretino chi l’ha scritto” “Cretino tu!". Uno ha disegnato un motorino (i due viandanti uccisi erano in motorino) e ha scritto: "Picchioni, goloso di questo”, un altro ci ha aggiunto un grosso fallo e una postilla: “E di questo”, qualcuno ci ha disegnato sopra una bella freccia, precisando: “Questo per tua sorella”!

Flaiano!


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