Il “blob” nel blog

luglio 3, 2007

Ora che ho qualche giorno più leggero, con qualche minuto per riflettere su quanto mi ha colpito ultimamente, c’è una mia vecchia convinzione che devo rivedere. Fino a poco fa, pensavo che il mondo, cioè gli altri, fossero quelli che io vedevo, nel bene e nel male. Se qualcuno mi diceva bianco, era bianco (almeno per lui). Perché d’altronde dubitare che invece aveva visto nero? Siamo in un’epoca dominata dalla comunicazione e dalla democrazia: ognuno può esprimersi e a volte c’è qualcuno che lo fa pure troppo. Ora, invece, sono nella fase che se una persona ha una faccia, devo prevedere che, in realtà, la sua è un’altra e che se mi sta dicendo; “questo è bello”, “questo è cattivo”, magari sta pensando al contrario. Ma che vita è questa? Vorrei tanto tornare al punto di prima, cioè quando mi sembrava di vedere chiaro e potevo avere la consequenziale facoltà di scelta. E pensare che mi sentivo perfino particolarmente intuitiva… Mi chiederai, ma come ti viene in mente? Come l’hai scoperto? Da internet, naturalmente. Questo fantastico luogo di finestre sul mondo, dove chi s’affaccia pensa di essere protetto dall’anonimato (un anonimato che ti permette anche una personalità non tua) ergendosi a critico, giudice, vittima, eroe e quanto altro, per ribaltare totalmente quanto espresso verbalmente. Se firmi con il tuo nome, non c’è nulla di male: confermi quello che vai dicendo in giro, cerchi uno sfogo, un consenso o un’opinione, ma se usi uno pseudonimo ecco che la faccenda cambia. Perché, inevitabilmente, scateni una serie di reazioni a catena su un pensiero “altro”, distorto dalla tua nuova personalità attraverso il nick-name e i rapporti tra internauti. Insomma, mi chiedo, il blog è un finto diario oppure quello più vero? Nelle agende, nei diari cartacei ora , al massimo trovi appuntato l’orario di un treno, la ricetta di una tisana, l’ indirizzo di una palestra…ma è nel blog che si riversa il “blob”. Se attraverso i blog si vuole colpire qualcuno, lo si può fare tranquillamente. C’è chi lo fa da maleducato, chi in maniera subdola. Puoi pugnalare alle spalle il collega troppo bravo, ad esempio, attraverso una discussione, soltanto apparentemente artistico-professionale. Mi è capitato per un artista che aveva avuto troppa considerazione dal pubblico e dai media, secondo i suoi colleghi, che dandosi dei nomi di fantasia, sono andati giù di spada. Quando poi,  in buonafede, ti metti a smantellare pacatamente teorie che non corrispondono alla realtà dei fatti, ecco che il blogger diventa urlante, tutto maiuscolato, e liberamente insolente. Dal lato artistico si passa a quello umano, fino alla misura delle scarpe. Basquiat_4 Ora il mio gioco preferito (ma state tranquilli sono dei gemelli e mi stancherò presto) è quello di cercare di capire chi delle persone che mi sono più vicine (parlo professionalmente) partecipa a questa sorta di seduta spiritica che sono certi forum (dedicati). Scopro (con cognizioni di causa) che tizio e caio dicono cose diverse da quelle che direbbero in faccia al soggetto preso di mira. In cosa consiste il gioco? A portarli allo scoperto… Come faccio? Beh, questo è un segreto. Solo che ora non è più come prima.

8 Risposte to “Il “blob” nel blog”

  1. francesca said

    Il tuo post è profondo, intenso, fa riflettere…io ho due blog dove uso il mio nome e lo usavo anche qui, a la stampa!Ma il dubbio assale, sempre.
    Penso comunque che la mia scelta sia stata sempre quella di “a prescindere da…”
    Non so se mi capisci, so che non è chiaro.
    Ho aperto il mio libro della vita con semplicità..e non sempre è stato facile. Ti accorgi a volte di trovare accoglienza solo quando e se.Il mio girovagare tra le varie piattaforme è una conferma a questa mia inquietudine: “saranno come appaiono o come io credo che siano?”
    Forse è pretendere troppo…ho cercato nuove strade e poi sono tornata sulla vecchia con la convinzione che cercare è inutile, cambiare per trovare è inutile…sono là, ossia qua. Se qualcuno mi vuole incontrare nel web e vuole lasciarmi un messaggio, un commento, può farlo a prescindere:)
    Ciao

  2. gianna said

    Cara Francesca, anch’io sono sul cannocchiale con un altro blog. Io uso il mio nome, anche perchè a volte mi illudo di essere sola nell’universo, o forse lo sono, non dovendo rendere conto a nessuno. Il mio ragionamento si riferisce a chi usa dei pseudonimi per insultare, ma se il nick corrisponde al proprio animo, non c’è nulla di male, purchè non funga da maschera per dire ciò che si vuol dire senza affrontarne le conseguenze o crearsi un’altra identità sempre per lamentarsi oppure ferire. A che scopo, poi?
    Ciao, grazie della visita che ricambierò, se lo permetti, Gianna

  3. Piutti said

    Siamo uno nessuno e centomila allo stesso tempo, nel e fuori dal blog. Non può essere una sorpresa per nessuno!

  4. Uso nome e cognome. Basta ed avanza per sapere chi non si è…
    A parte gli scherzi, il doppio-volto delle persone con cui si viene a contatto, è un po’ il risvolto trattato in questo post per il mondo virtuale del blog.
    Qualcuno si maschera dietro lo pseudonimo per fare la carogna?
    Niente paura: lo farà anche nella vita pur se in modo diverso.
    Purtroppo è la natura umana ad essere un po’ troppo infetta…
    Ci sono persone di cui potersi fidare?
    Invecchiato, son diventato sempre più pessimista.
    L’elenco di chi tra le amicizie e sul lavoro ti ha tradito si allunga sempre di più.
    Pessimismo mio?
    Non credo. Forse sono stato troppo ottimista prima?
    Complimenti ed auguri ed un saluto a chi passa di qui.

  5. Cara Gianna, io uso il mio nome come te…e molti blogger mi hanno conosciuto, potendo così rilevare di persona che sono quello che scrivo e che emerge dal blog, nel bene e nel male.
    Proprio venerdì scorso, avendo avuto occasione di incontrare altri blogger, esprimevo una certa “delusione” perchè ho notato che spesso, troppo spesso, le persone non vogliono passare dal virtuale al reale…e evitano quindi le occasioni di incontro. Preferiscono l’anonimato del blog…
    Strano eh ?!?

  6. Cara Gianna, è evidente che alcuni scaricano attraverso il Web le proprie frustrazioni. Chi tendenzialmente insulta tramite Internet, con molta probabilità, è insultato nella quotidianità.
    In poche parole ritengo che chi dà sfogo ad atteggiamenti arroganti/ribelli” usando chat, forum e blog cerca inconsciamente, o no, in questo modo di psicanalizzarsi.
    Ciao
    Antonio

  7. E’ un bel post, il tuo, Gianna. Ci sono degli spunti di riflessione non banali. Però … non c’è davvero da stupirsi se gli esseri umani, in Internet, si nascondono dietro no pseudonimo. Viene facile, comodo e utile.
    D’altronde lo si fa pure nella vita reale, anche se in un’altra forma.
    Tutti ci creiamo ogni giorno uno pseudonimo, a volte più d’uno da usare in situazioni diverse, per mille motivi.
    Comunque mi verrebbe da scrivere per mezz’ora e invece non mi pare il contesto adatto. Magari ti risponderò più ampiamente prossimamente con un post sul mio blog il cui indirizzo è:
    http://darktreeatnightfall.blog.kataweb.it
    Ciao,
    Giorgio.

  8. Jejè said

    condivido in gran parte quello che hai scritto, ed è assolutamente vero che chi non ha il coraggio di parlare in faccia, di dire ciò ke pensa a una persona vicina, trova ben facile colpirlo nell’anonimato tramite internet. per fortuna nn è il mio caso, dato ke parlo sempre kiaramente in faccia; ma posso kmq dirti ke internet, i blog ecc. hanno la loro buona dose di lati positivi, bisogna saperli sfruttare al massimo. tutto a questo mondo ha pro e contro, quindi nn c’è da meravigliarsi. e se a qualkuno piace giocare dietro un nickname, crearsi una seconda personalità, beh… nn ci trovo nulla di male!!!!!!!!
    può anke exere divertente!!!! ciao e spero di rileggere altri interessanti argomenti

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