Il debutto di Bertinotti

ottobre 17, 2007

Che Fausto Bertinotti amasse il teatro come Achille Ochetto lo sapevo perché più di una volta li ho visti presenti in platee grandi e piccole, ma che uno di loro studiasse un copione e si esibisse come attore mi ha colto di sorpresa. Il debuttante di turno è stato il Presidente della Camera che sul palco del Teatro Valle di Roma ha recitato nello spettacolo di Franco Però e Renato Sarti “Vietato digiunare in spiaggia”, un ritratto di Danilo Dolci, sociologo e educatore siciliano, speranza e promotore della rinascita del Mezzogiorno, scomparso da una decina di anni. Bertinotti, conservando la sua dizione con le “erre” alla francese ha svolto il ruolo di Piero Calamandrei, figura predominante della sinistra italiana, cavandosela bene nell’arringa che l’autore della lapide a Kesselring*, fece in difesa di Dolci, accusato di aver organizzato a Trappeto uno sciopero alla rovescia per opporsi pacificamente alla cronica mancanza di lavoro per i braccianti siciliani del tempo (i lavoratori, invece che incrociare le braccia si misero a sistemare una strada comunale dissestata). Il deb ha inchiodato il pubblico con dodici minuti intensi, con riferimenti alla Costituzione e all’Antigone, limitandosi comunque alla “prima” e passando le repliche ad altri interpreti, come Gherardo Colombo, Leoluca Orlando, Don Gallo, Vincenzo Consolo, Giancarlo Caselli, Marco Travaglio, Lidia Menapace, Dacia Maraini e uno dei ragazzi di Scampia.

*Albert Kesselring, durante il secondo conflitto mondiale fu il comandante delle forze armate tedesche in Italia. Nel 1947 fu processato e condannato a morte per i numerosi eccidi che l’esercito nazista aveva commesso ai suoi ordini (Fosse Ardeatine, Strage di Marzabotto e molte altre).Calamandrei scrisse il testo "Lo avrai, camerata Kesselring…" posto sotto la lapide ad ignominia a Cuneo e poi anche nel comune di Montepulciano, in località Sant’Agnese.

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
Più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Una Risposta to “Il debutto di Bertinotti”

  1. Opportuno più che mai il ricordo delle parole di Piero Calamandrei, e di quel
    «patto giurato fra uomini liberi
    che volontari si adunarono
    per dignità e non per odio
    decisi a riscattare
    la vergogna e il terrore del mondo».

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