Geni si nasce
marzo 10, 2008
Nello spettacolo e nell’arte il tempo è benevolo con i mediocri. Basta dire – in questa epoca così povera di talenti manifesti – che si è stati a fianco di qualcuno che nella vita ha realizzato qualcosa, e uno sbocco sicuro si trova, specie se si ha un bel po’ di faccia tosta e si trova il pollo da spennare. E’ una regola che favorisce quei personaggi che una volta erano nelle retrovie, i portaborse di qualche illustre maestro: scomparsi i maestri loro cominciano a brillare di luce propria, ancora illuminati dal raggio dell’intelligenza altrui. Bastano pochi anni, del maestro resta un vago ricordo, ma chi ha saputo approfittare dell’eco sempre più flebile di tanta fama, si veste dell’altrui talento, lo fa proprio, arricchisce senza ritegno il proprio curriculum senza tema di essere smentito. Si crea una professionalità artistica a sbafo. Il bello è che qualcuno ci casca, privato sempre più di confronti e riscontri si fa ingannare e annovera il tipo tra i nuovi dei. Il quale altro non fa che vivere come parassita sull’assenza di coloro a cui ha appena sfiorato la giacca o tutt’al più alleggerito certe serate con favori minimi e minime miserie. Il loro curriculum è il documento che sancisce l’imbroglio ai danni dei veri maestri che non possono mai più reagire e affermare che il furbetto emergente, acculturato con piccoli furti di pagine e imitazioni che non ingannerebbero mai i veri testimoni, non era altro che il loro giullare. Se poi, il furbetto incontra il bisognoso di "chiara fama", il parvenue che s’attacca alla zattera della cultura, solitamente fornito di un bel portafogli che deve scaricare certi pesi, ecco che , attraverso la supponenza del potere e l’arroganza dei soldi, si creano cattedrali di cartapesta. Ma, attenzione, alla fine i nodi vengono a galla. Geni si nasce.
Sicuramente ti riferisci a qualcuno e non ci dirai mai chi è. Grande Gianna! Avvisaci però…chissà che non mi trovi a chiedere un autografo al tuo imbroglione e francamente mi scoccerebbe dargli questa soddisfazione. Ciao, Lamberto
che thriller!
😉
Ciao!
p.s. percepisco uno strano sentimento, un miscuglio di disincanto, stupore, fastidio.. e un pizzico di disprezzo!
Ciao Gianna
Leggerti è sempre un piacere.
Gabriella
Qualcuno ti ha disgustato molto?! Ti ha indignato?!
Beh, comunque anche se non c’è di mezzo un’esperienza personale dolorosa il discorso non fa una grinza. Hai perfettamente ragione, Gianna.
Ciao ciao
Irene
Nani sulle spalle dei giganti. Hai perfettamente ragione, Gianna: in questi tempi in cui l’ingegno umano non si occupa più di arte ci si contenta di glorificare l’aurea mediocritas. Accantonando (o fingendo di farlo) le opere dei maestri, si tenta di valorizzare (e di mercificare) la scopiazzatura, il citazionismo spicciolo. Quanto può durare?
che dire….mai fidarsi dei curriculum, tanti bla bla bla inutili.
ciao giannaaaaaaaa
Ho finalmente capito che il mondo lavorativo e` diviso in due, chi lavora e chi si prende i meriti.
Non so e esperienze personali ti abbiano ispirato il post.Segnali comunque la malattia molto diffusa, del pesce pilota che alla fine si crede pescecane.
Mi piace la chiusura del post: è un segno di forza e di voglia di non mollare.
luigi
Buongiorno.
Io invece vorrei provare a vedere la faccenda da un’altra angolazione.
A volte, infatti, capita che i maestri non accettino di vedere i propri “porta borse” imparare il mestiere, staccarsi dal “Maestro” volare da soli.
Già il fatto che un assistente/allievo venga inteso come “porta borse” fa pensare a tante cose…
Sono poche le vere occasioni date ai giovani e ai nuovi talenti di mettersi in mostra, e capita che giovani con talento si trovino a fare i porta borse, restando nell’ombra, perchè non hanno altre opportunità, finchè non si stancano, se ne vanno dal “maestro” e finalmente anche loro fanno il proprio lavoro.
E non è detto che quello che fanno lo hanno imparato dal maestro, anzi…
Non so se questo è il caso, probabilmente no, ma anche quella che descrivo io è una malattia molto diffusa.
Anche i “maestri geni” si ammalano di gelosia… e poco apprezzano di essere scavalcati dall’allievo.
Complimenti, bel blog e bel post
Paolo Grosso
Rispondo a Paolo Grosso. Il tuo commento non fa una grinza. Condivido pienamente la tua visione del mondo lavorativo giovanile. Ma, a fronte di tanti trentenni che pur essendo nel pieno diritto di farlo ancora non riescono a realizzarsi ci sono anche quelli che senza aver fatto alcuna pratica pretendono tutto e subito. Ne so qualcosa, credimi. Ci sono poi quelli che ti rubano i clienti dopo che li hai preparati per bene tradendoti senza alcuno scrupolo,così come ci sono ragazzi che ti fa piacere veder crescere e avviare nella professione. Parlo del mio ambiente che è quello dello spettacolo, dove purtroppo c’è di tutto e soprattutto non ci sono ricambi di talenti (vuoi mettere lo schieramento di registi e attori dal dopoguerra agli Anni 70?). Comunque, la persona a cui mi riferisco nel mio post e di cui non farà il nome, è un sessantenne spocchioso,che compra il suo “talento” con il denaro. I maestri che cita nel suo curriculum non sono certamente io e ha fatto veramente il giullare prima di assumersi altri titoli senza merito. Lui finirà per leggermi e mi basta questo. L’unica consolazione è pensare che sia un caso atipico ed unico. Ciao, grazie, Gianna
Onorato di ricevere un commento tutto per me.
Non conosco l’ambiente di cui parli, ma hai fatto benissimo a scrivere questo “post denuncia”.
Speriamo che le cose cambino… in tutti li ambienti e da entrambi le parti della barricata.
Saluti
Paolo
Non conosco il mondo da cui nasce il post di Gianna,ma ho in mente alcuni meccanismi per cui la mediocrità impera.
Ccredo siano trasversali a tutti gli ambienti, si creano sacche, ristagni, chimiche,nel gioco delle parti prevale o sta in ombra qualcuno, al di la’ delle capacità reali, dei talenti,del genio.
Mi sembra di capire che capita quando negli ambienti non corre aria pulita, non c’è verifica collettiva, messa in gioco, giudizio.Si creno piccole conventicole,ridicoli interessucci di borgata,personalismi.
Comunque, a modo suo, il mediocrre che si arrabatta è un grande, cioe’, voglio dire, un grande personaggio.
Io ne ho conosciuto uno, poveretto,mi aveva anche fatto un po’ patire a suo tempo-un collega, figuratevi che agone di talenti!-ma ora non me lo ricordo piu’.Acqua che passa,non saprei neppure trasformarlo in unpersonaggio.
Saluti
http://annarosabalducci.blogspot.com